La maternità surrogata reato universale (?)
di Marcello Buttazzo –
In Italia, la Commissione Giustizia del Senato ha approvato nel luglio scorso il disegno di legge per rendere la maternità surrogata reato universale. Il provvedimento, fortemente voluto dalla premier Meloni e dalla ministra per la Famiglia Roccella, è molto controverso da un punto di vista giuridico. Secondo tanti osservatori perfino incostituzionale. La bioeticista Chiara Lalli, consigliera generale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica Aps, ha redatto un podcast sulle più comuni obiezioni (che non lo sono). Di anime belle, purtroppo, è popolata la terra. Ci poniamo alcuni legittimi interrogativi: era proprio necessario estendere al “globo terracqueo” un divieto (la maternità surrogata) già esistente nella Legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita? Non bastava ciò che è già sancito nella Legge 40? Ma, si sa, questo governo di destra è iperzelante, costruttore di paure, inventore di nuovi reati. Era proprio necessario condannare moralmente una pratica biomedica regolarmente in vigore in alcune parti del mondo? Per inciso, le proibizioni sortiscono quasi sempre l’effetto contrario rispetto alle volontà degli estensori. I divieti tout court non sono una scelta azzeccata. Nel podcast scritto da Chiara Lalli ci si concentra sulle più comuni obiezioni (che non lo sono) alla Gpa. Essa “è contro natura”, “è egoismo”, “è un’offesa alla famiglia tradizionale”, “una donna non è un forno”, “i bambini non si comprano”. “12 puntate per dimostrare che la maggior parte delle condanne non riesce a raggiungere il proprio obiettivo: dimostrare che qualcuno sia danneggiato e quindi che sia giusto vietarla sempre a tutti”, ha scritto Chiara Lalli. I radicali dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS propongono una legge sulla gravidanza per altri solidale, con lo scopo di proteggere i diritti e i doveri delle persone. Sulle tematiche eticamente sensibili è opportuno più che mai essere cauti e discettare con raziocinio, con cognizione, con discrezione, abbandonando negli scantinati senza fondo d’un generale oblio le supposizioni, i luoghi comuni, le affermazioni apodittiche, le paturnie. E così Chiara Lalli, insieme a Fandango Podcast, in collaborazione con l’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS, ha dato l’avvio a questa campagna provocatoria “Affittasi utero”. Le questioni bioetiche vanno esaminate con discernimento, prima di formulare normative che poi si riveleranno inutili e drammaticamente incostituzionali. Occorre, fra le altre cose, nella prassi politica ottimizzare le risorse economiche e temporali, non sprecarle. La campagna “Affittasi utero” ha l’obiettivo manifesto di esortare i politici (per l’innanzi) e anche i cittadini timorosi (e poco informati) a farsi delle domande e “a trovare argomenti migliori e più forti, meno contraddittori”, prima di condannare una tecnica all’avanguardia della medicina riproduttiva.
Marcello Buttazzo
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