di Marcello Buttazzo –

La propaganda si alimenta creando un “nemico” vero o fittizio di continuo da proporre e da demolire. Nei giorni in cui Papa Francesco incontra in Vaticano rom e sinti, sostenendo che i cittadini di serie B non sono i poveri e i derelitti, ma chi rifiuta l’umanità marginale, Matteo Salvini ripete, ancora una volta, con fastidioso eloquio: “La casa ai romani, non ai rom”. Dimenticando che la maggior parte dei rom è costituita da cittadini italiani, che hanno gli stessi diritti e doveri del vicepremier leghista. Ma lui, per vellicare la pancia del suo elettorato, ha bisogno di affondare il colpo. Ora, in campagna elettorale per le Europee, ha lanciato la lotta finale contro i negozi e i negozianti, che vendono legalmente in Italia le infiorescenze di canapa. Le sue parole sono d’una superficialità, d’una banalità, d’una rozzezza sconcertanti: “La droga fa male, se bisogna legalizzare o liberalizzare qualcosa, parliamo invece della prostituzione, visto che far l’amore fa sempre bene”. L’illustre ministro del Carroccio, che senza alcun pudore assimila un sentimento nobile e impegnativo come l’amore alla prostituzione, interpelli le donne schiavizzate, costrette a prostituirsi dalle associazioni criminali.

Marcello Buttazzo