di Marcello Buttazzo

I grillini pagano drammaticamente l’usura dei tempi. Il Movimento 5 Stelle, ai suoi esordi, aveva un ricco Pantheon, popolato di personalità illustri. La base pentastellata, anni fa, amava smisuratamente Milena Gabanelli, Gino Strada, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Gian Carlo Caselli, Emma Bonino, Romano Prodi. Costoro, però, a più riprese, si sono ampiamente dissociati, hanno criticato questo governo giallo-verde, che è diventato, secondo certuni, una tragedia farsesca o una farsa tragica. Ora a Giggino Di Maio non è rimasto che nominare Lino Banfi nella commissione italiana per l’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura). Il nostro conterraneo Banfi è, di certo, una brava persona: si è sempre battuto per cause nobili, per questioni positive. C’è chi arbitrariamente ha fatto gratuita ironia sulla figura di Lino Banfi. Epperò, nessuno scandalo, nessuno scompiglio. Nell’era di Toninelli-ministro, il passaggio da Rodotà a Oronzo Canà è cosa naturale. 

Marcello Buttazzo