Il diritto d’aborto e il Santo Padre
di Marcello Buttazzo –
Tornando da Singapore, il Papa sull’aereo s’è intrattenuto con i giornalisti. Ha discusso amabilmente di tante cose, Francesco. Relativamente alle ormai imminenti presidenziali americane, ha sostenuto che “Trump e Harris sono ambedue contro la vita, sia quello che butta i migranti in mare, sia quella che uccide i bambini”. Bergoglio è tornato sulle solite doglianze cattoliche e ha recisamente condannato, per l’ennesima volta, l’interruzione volontaria di gravidanza: “Fare un aborto è uccidere un essere umano. La Chiesa non è chiusa perché non permette l’aborto, la Chiesa non permette l’aborto perché uccide”. E poi il Santo Padre ha aggiunto: “Quanto all’aborto, la scienza dice che al mese del concepimento ci sono tutti gli organi di un essere umano”. Per fortuna, viviamo in uno Stato laico e liberale (e non confessionale), sennò i diritti e i doveri fondamentali delle persone non sarebbero garantiti, sarebbero gravemente violati, calpestati. È curioso questo appellarsi alla scienza di Bergoglio. Ricordo una sola cosa. Un esimio cattolico, animato da fervente furore confessionale, Carlo Casini (già magistrato, già presidente del Movimento per la Vita, oggi deceduto) asseriva non si sa in nome di quale evidenza scientifica che, già all’atto della fusione (anfimissi) della cellula uovo e dello spermatozoo, lo zigote (che lui chiamava “il piccolo fanciullo”) aveva nientemeno diritti giuridici da rivendicare. Secondo l’illustre parere di Casini (oggi adeguatamente sostituito alla guida del Movimento per la Vita dalla figlia Marina), l’embrione, da subito, ha una sua dignità antropologica. L’embrione per i cattolici (anche per il Papa venuto dall’Argentina) ha una sua patente d’inviolabilità, d’intangibilità. È tempo perso stare qui a dire che la scienza embriologica sostiene tutt’altro. Purtroppo, questi anni di disquisizioni sulle tematiche eticamente sensibili (a cominciare dall’aborto) sono colme del fanatismo confessionale.
Marcello Buttazzo
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