di Marcello Buttazzo –

E che luce sia. In via Santa Croce, a Roma, un palazzo occupato, abitato da più di 400 persone, da immigrati e da italiani, da uomini, da bambini, da donne in stato interessante, sta celebrando decorosamente, in questi giorni, grazie all’intervento della Fondazione Migrantes, le festività natalizie. Auguri scambiati in italiano, in francese, in inglese, in ucraino, in curdo, in arabo, in spagnolo. Tanti poveri riuniti attorno al sacro focolare d’un Presepe. Bimbi multietnici, multicolori, hanno cantato inni e recitato filastrocche della tradizione cristiana, ebraica, musulmana. È proprio il caso di dire che alfine per le persone marginali brilla sempre una luce inattesa, impreveduta. Difatti, mesi fa (precisamente a maggio), il gestore del palazzo occupato, in via Santa Croce, staccò per morosità l’elettricità dello stabile. Intervenne allora drasticamente il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere di Papa Francesco, che si calò in un tombino e, con un nobile gesto di alta disobbedienza civile, ripristinò l’energia. “L’ho fatto per i bambini”, spiegò il prelato, che da tempo seguiva le enormi difficoltà in cui versavano queste persone, inviando l’ambulanza, medici e viveri. Da quel maggio, nessuno è più intervenuto a staccare nuovamente l’energia.  Auguriamoci che la luce (terrena, divina) illumini sempre noi tutti, i gestori di palazzo, e soprattutto i politici. 

Marcello Buttazzo