Il Bel Paese tra ciarpame e bellezza…
di Marcello Buttazzo –
Alcune risultanze antropologiche sono evidenti e certificano che l’Homo sapiens sapiens, di fatto, ha pressoché arrestato la sua evoluzione biologica; al contempo, però, procede, avanza vorticosamente l’adattamento culturale. La cultura è lo strumento principe, che ci consente di comunicare, prima di tutto con noi stessi, con la nostra interiorità, e poi con gli altri. La cultura ci dona la capacità di analizzare con contezza l’esistente, ci permette di aggiustarci, di relazionarci al mondo dell’esperienza con consapevolezza. Le agenzie educative hanno il compito primario di preparare e di formare nuove generazioni responsabili e rispettose d’una rigorosa etica di comportamento. Ma, talvolta, può succedere l’inverosimile. Viviamo in un tempo strano, contraddittorio. Può capitare che in un Istituto superiore aeronautico di Bergamo gli studenti, prevalentemente delle quinte classi (quindi maturandi a giugno), nel cortile della scuola, urlino “duce, duce” verso il preside, il quale sciaguratamente saluta la “folla” con il braccio teso, alzato. Che si inneggi a Mussolini e s’ignori il significato della storia italiana in un luogo d’istruzione, è davvero avvilente, preoccupante. Ma non c’è solo ciarpame, nel Belpaese. Difatti, sul muro della scuola “Ada Negri” di Bolzano è stato dipinto un bel murale per ricordare Agitu Ideo Gudeta, allevatrice di origine etiope, emigrata in Trentino come rifugiata, che aveva avviato una azienda agricola a Frassilongo, uccisa nella sua casa, meno di un anno fa, da un suo collaboratore. Oltre le brutture e le sconcezze, esiste ancora una diffusa bellezza umana.
Marcello Buttazzo
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