Parola non offesa
di Marcello Buttazzo
Profonda stima per Gianluca Dradi, preside del liceo scientifico “Oriani” di Ravenna. Qualcuno ha pensato bene di prenderlo di mira e di scrivere sul muro della scuola: “Il preside è gay”. Molto opportunamente il preside Dradi non ha fatto cancellare la frase vergata in nero: “Mi ha indignato la stupidità. Solo chi pensa di ritenere offensivo in sé l’utilizzo del termine gay può arrivare a concepire una frase del genere”. I ragazzi sono il futuro e si spera che siamo migliori di certi adulti. I giovanissimi hanno bisogno d’educazione, di esempi fulgidi, di guide razionali. C’è chi deve costantemente insegnare loro il senso di realtà e del limite, l’amore per la compartecipazione, per la condivisione, per il rispetto dell’alterità. Nella fattispecie, ci deve essere qualcuno (professori e genitori) a fare capire chiaramente che l’orientamento sessuale non può essere sventagliato come offesa. Ci deve essere chi deve quotidianamente mostrare la strada d’una visione oculata e culturale. Anche le istituzioni hanno il dovere morale e comunitario d’intervenire adeguatamente. Avvilisce ampiamente che, in tutti questi anni, la classe politica di vari schieramenti non abbia ancora formulato una necessaria legge contro l’omofobia e la transfobia. E, a proposito di pessima educazione, sconcerta che il ministro leghista della Famiglia Fontana, tempo fa, dichiarò con volgarità che “le coppie di fatto omosessuali non esistono, per normativa”.
Marcello Buttazzo
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