di Marcello Buttazzo –

ll senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha presentato a Palazzo Madama un disegno di legge, denominato “reddito di maternità”. Secondo questa proposta le donne italiane, rivolgendosi ad un consultorio, rinunciando ad abortire e portando avanti la gravidanza, potranno usufruire (qualora abbiano un Isee al di sotto dei 15mila euro) di un reddito di mille euro mensili fino al compimento del quinto anno del bimbo. Ovviamente, questo provvedimento è stato accolto con giubilo dalle associazioni “pro-life”, come “Pro vita e famiglia”. Qualcuno ha parlato addirittura di ”un segnale politico e culturale molto importante”. Possiamo subito notare che la retorica “Dio, patria, famiglia” è sempre valida. Dal cosiddetto “reddito di maternità” sono escluse, infatti, le donne straniere. Si sa, “gli italiani prima di tutto”. C’è chi ritiene, fra le opposizioni, che il ddl in esame sia nient’altro che una forma di ricatto per le donne italiane. Forse, i politici del pensiero dominante dovrebbero cambiare prospettiva paradigmatica. Gli esponenti delle istituzioni dovrebbero mettersi al passo con le esigenze del Paese reale. La società moderna è composita. Le donne, a un certo punto, vorrebbero conciliare la maternità e il lavoro, la carriera. Perché il proibizionista Gasparri non interviene fattivamente, ad esempio, sulle discriminazioni di genere? Perché Gasparri e la sua popolare maggioranza non si battono per incrementare il lavoro femminile, le pari opportunità, per favorire gli asili e le scuole pubbliche? Verosimilmente, quest’idea del senatore azzurro sarà un fragoroso fallimento. È evidente a tutti che le varie questioni non si affrontano sotto la spinta del furore ideologico. Perché Gasparri non impegna Meloni e Salvini e tutto l’esecutivo per approntare adeguare riforme strutturali, con il rafforzamento dei congedi parentali e l’assegno unico? Le donne vanno aiutare sostanzialmente con misure adeguate. Con il lavoro giustamente remunerato, soprattutto. E non blandite con vere e proprie forme di ricatto economico.

Marcello Buttazzo