Faccende politiche
di Marcello Buttazzo
“Siamo figli dell’epoca, l’epoca è politica. Tutte le tue, nostre, vostre faccende diurne, notturne, sono faccende politiche. Che ti piaccia o no, i tuoi geni hanno un passato politico, la tua pelle una sfumatura politica, i tuoi occhi un aspetto politico”, cantava la poetessa polacca Wislawa Szymborska. In Italia, dall’Ilva di Taranto alla “Terra dei fuochi”, sono numerose le ferite a cielo aperto, le zone di crisi. E nel mondo, le emergenze che affiggono l’ecosistema Terra, la crisi avanzante dell’economia iperliberista, la lenta agonia del sistema sociale che naviga sulle creste di palesi sperequazioni e ingiustizie, costituiscono un unico dominio, che esige un approccio razionale e ben definito. Ci dovremmo affidare ad una politica propositiva con la “P” maiuscola. Un politica dall’inerente e forte sapore etico, protesa essenzialmente alla edificazione del bene comune e del saper fare cittadinanza. Nonostante le contraddizioni di quest’era contemporanea, intatta e inesausta sopravvive l’attesa d’un mondo migliore, più vivibile, più a misura d’uomo. Lo sviluppo sostenibile non è solo una speranza di papa Francesco o un capriccio di “irriducibili” ambientalisti: considerato questo mondo impazzito, esso è ormai una necessità ineludibile. “Democrazia, ambiente, sviluppo” si saldano in un unico contesto civile, che può avere piena realizzazione solo in un discorso olistico, del tutt’uno. L’ecologia è una scienza meticolosa: se si riuscisse all’interno della “casa” a rispettare con equilibrio tutti gli anelli d’una armonica catena, si creerebbe senz’altro sviluppo. Se economia e ambiente si coniugassero con discernimento, la Terrà ansimerebbe un po’meno, riprenderebbe a girare a quote più accettabili, nascerebbero nuovi posti di lavoro. L’ultimo governo Berlusconi si stava avventurando in un fallimentare e pericoloso “piano nucleare”, fortunatamente rimasto solo sulla carta. Ma anche l’attuale governo Renzi lascia molto perplessi, perché investe pochissimo nel risanamento dell’ambiente e sulle energie rinnovabili e pulite e, al contempo, spende miliardi e miliardi di euro per acquistare dall’America i micidiali e difettosi cacciabombardieri F- 35. Ma non ci può essere democrazia senza socializzazione delle conoscenze e senza un massiccio coinvolgimento popolare. L’era è politica, e la politica deve saper essere lungimirante, guadare la realtà con occhi di disincanto. È bene sempre rivendicare il predominio della politica sull’economia. In questi anni, il vorticoso e vorace villaggio globale ha trattato la politica e l’etica come povere ancelle, le ha relegate tragicamente ai margini, violentemente espulse dai meccanismi sociali e produttivi. Ma l’economia senza una buona gestione politica, senza una corretta azione morale, è destinata a naufragare, a perdersi, a morire miseramente come un mazzo di viole sfiorite.
Marcello Buttazzo
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