Divergenze parallele
di Marcello Buttazzo
Il Movimento 5 Stelle e la Lega s’accapigliano su diverse questioni: la Tav, il caso Diciotti. Purtuttavia, Giggino Di Maio lancia un accorato appello agli alleati di governo: “Perché parlare sempre delle cose su cui non siamo d’accordo, invece di affrontare le cose su cui lo siamo e andare avanti?”. Ha ragione. Sulla stretta securitaria nei confronti dei migranti, a quanto pare, grillini e leghisti sono in perfetta sintonia (xenofoba). Sull’Ilva e sulla Tap, abbiamo assistito al repentino dietrofront dei prodi Di Battista, Lezzi, ed altri, che hanno dovuto ingloriosamente indietreggiare per salvaguardare le posizioni di privilegio governativo. Il cosiddetto “bene comune” prima d’ogni cosa, anche prima della logora e retorica asserzione “prima gli italiani”. Soprattutto se questo benedetto “bene comune” cela chiaramente l’attaccamento a consolidare lo status quo. C’è dissenso anche sul caso Venezuela. Il leader del Carroccio vorrebbe appoggiare Guaidò, se non altro perché non è comunista. Tanti nel Movimento 5 Stelle sono vicini a Maduro. Di Maio, sempre in nome del tanto amato “bene comune”, ha scritto una lettera sul giornale dei Vescovi, “L’Avvenire”, per asserire con equilibrismo democristiano: “Noi neutrali”. Noi, chi? Più della Realpolitik, per Giggino, conta la poltrona.
Marcello Buttazzo
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