di Marcello Buttazzo –

Prima la razza “pura” italica. “Prima gli italiani”. Pensavamo fossero solo fasulli e odiosi assiomi, buoni per essere pronunciati nei comizi da modestissimi epigoni politici. Ma, evidentemente, non è così. Anche fra la gente, nel paese reale, c’è chi mette in atto questi principi grossolani. A Parma, in questi giorni, una signora proprietaria d’una abitazione, divisa da studenti, s’è rifiutata di affittare una stanza a un giovane di colore. Un ragazzo italiano che aveva terminato gli studi all’Università ha telefonato alla triste signora, la quale ha sfoderato per intero la sua “fine” cultura antropologica: “Hai trovato un ragazzo che prende il tuo posto nella casa? Benissimo, dammi il nome che facciamo la registrazione. Ma è africano? No, non va bene allora”. Questo gravissimo e vile episodio di razzismo, per fortuna, è stato prontamente stigmatizzato dal Comune di Parma e dall’Università, che hanno deciso di prendere recisamente posizione contro ogni tipo di differenzialismo. Anche la politica nostrana, per intanto, potrebbe cominciare a maneggiare il linguaggio con più accortezza, modulando con cura le parole. 

Marcello Buttazzo