di Marcello Buttazzo –

I programmi politici di Matteo Renzi sono sempre fecondi, strabilianti di novità. L’ex “riformista” in camicia bianca, dopo aver tentato invano di sbriciolare il Pd, dopo aver affidato le sue fortune ad un inconsistente “artificio” di laboratorio, denominato “Italia viva”, ha la ricetta davvero “rivoluzionaria” per rilanciare il Paese dalla crisi che lo attanaglia: “Per vincere la sfida della povertà serve più il ponte sullo Stretto che il Reddito di emergenza”. Il “coerente” ex premier ha sempre avuto la capacità di contraddire opportunisticamente il suo stesso pensiero. Nel 2016, quando cercava voti per il suo referendum, andava ripetendo che il cantiere del ponte sullo Stretto avrebbe creato “100 mila posti di lavoro”. Lo stesso ex “rottamatore”, anni prima, però, riteneva che il ponte fosse una iattura e che fosse più redditizio e lungimirante investire i soldi per la scuola. Ora, l’Italia è in una situazione sociale ed economica emergenziale. Soprattutto, le fasce più indigenti e povere e anche il ceto medio sono, di fatto, con il fiato corto, non riescono a sbarcare il lunario. Le bizzarre fantasie dell’ex sindaco di Firenze sono semplicemente improponibili, irricevibili. Almeno la politica dominante ci “ridia” il Renzi originale: cioè Silvio Berlusconi. 

Marcello Buttazzo