di Luigi Mangia –

Da Benito Mussolini a Matteo Salvini: la storia si ripete. Il 23 marzo del 1919, a Piazza Sa Sepolcro, a Milano nascevano i Fasci di combattimento per l’iniziativa politica di Benito Mussolini. Per radunare i fasci Mussolini lo fece col Popolo d’Italia, di cui egli era direttore.
Non furono molti erano 200: interventisti estremisti e violenti. I Fasci infatti erano di destra di cultura trasversale, c’erano anarchici, monarchici, liberali conservatori e i futuristi di Tommaso Marinetti il quale amava la violenza delle piazze. Mussolini partecipò alle elezioni, ma non ebbe un buon risultato. Dal Popolo d’Italia Benito Mussolini attaccava i socialisti e incitava le masse alla violenza ed il popolo d’Italia si dichiarava essere la voce del popolo scontento.

Prima a Lodi i Fasci fecero 3 morti e successivamente a Milano attaccarono e distrussero il giornale dei socialisti l’Avanti. Il Governo davanti a 3 morti a Milano fu obbligato a promuovere un’ ispezione nella sede del Popolo d’Italia, dove nella cassaforte trovò 20 revolver, un vero arsenale di guerra. Mussolini finì in carcere. Il governo Nitti subì pressioni, si ricordano quelle di Luigi Albertini, direttore del Corriere della Sera, accusando il Governo conservatore di aver arrestato Mussolini semplicemente perché aveva perso le elezioni chiedendone la sua liberazione. Il Presidente del Ministri, forzando le regole, liberò autorizzando il Prefetto di Milano Mussolini ignorando il potere dei magistrati. Così la carcerazione di Mussolini durò solo 3 giorni. Questo fatto non cambiò solo la storia politica di Benito Mussolini, ma dell’Italia.

Cent’anni dopo, mai successo per la storia d’Italia, un Ministro viene accusato del reato di sequestro di persona e di aver violato i trattati di diritto internazionale. Il Tribunale dei Ministri di Catania chiede l’autorizzazione a proceder contro Salvini per la nave Diciotti, la politica la nega per salvare il Governo di cui Salvini è Ministro e VicePresidente. Anche questa volta la politica non solo cambia positivamente la carriera
di un politico, ma cambia la politica dell’Italia forzando l’equilibrio dei poteri e in modo particolare riconoscendo dei vantaggi al Ministro rispetto alla legge la quale stabilisce in forma universale il principio di uguaglianza. La sensazione più triste della deriva e dell’involuzione della civiltà giuridica, è quella che a fare questo passo sia stato un uomo di diritto come Giuseppe Conte, il quale usa il diritto come l’avvocato Azzeccagarbugli nel Romanzo I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Sono passati cento anni da Piazza San Sepolcro, ma oggi come ieri, i movimenti in presenza di una crisi sociale si muovono nella destra per acquisire consenso. Le parole d’ordine sono quelle del popolo di Benito Mussolini la terra a chi lavora ma i Fasci al contrario erano i rappresentanti degli agrari. Le parole d’ordine del Duce erano popolari e di forte effetto. Altrettanto sono di forte effetto le parole d’ordine dei Cinque Stelle di Luigi Di Maio come il decreto dignità, il decreto spazza corrotti e il reddito di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza infatti viene rappresentato in una card gialla esposta in una teca di cristallo come sacra reliquia.

Così non è difficile vedere il filo che da Piazza San Sepolcro porta a Palazzo Chigi dove Di Maio dal balcone informa gli italiani che è stata abbattuta la povertà. La forza della propaganda populista diventa sempre una strategia per alimentare lo scontento dei popoli strumentalizzandone la forza ieri come oggi.

Luigi Mangia