Con Alessandra Vella
di Marcello Buttazzo –
Nell’era di Internet e dei social soverchianti, si respira una brutta aria, un clima di odio diffuso. Alessandra Vella, la gip che non ha convalidato l’arresto della comandante della Sea Watch, ha dovuto per la prostrazione cancellare il suo profilo Facebook. Sulla Rete, i sostenitori del ministro Salvini hanno attaccato la giudice con post virulenti, che sconfinavano nell’insulto, nel sessismo, addirittura nell’auspicio di morte. Ma in che Paese viviamo? Questa è la società scompaginata, che stiamo strutturando? A questo punto occorrerebbe più che mai abbassare i toni. E dovrebbero essere preminentemente i rappresentanti delle istituzioni a calmare gli animi. Ma il vicepremier e ministro dell’Interno Salvini ha ribadito con furia che s’è trattato d’una “sentenza vergognosa”. E con l’arroganza degna d’un capopopolo, rivolto alla gip Alessandra Vella, ha ripetuto l’eterno stonato ritornello: “Togliti la toga e candidati con la sinistra”. In uno Stato di diritto e liberale, improntato al rispetto contegnoso della legge, i pronunciamenti dei giudici si possono commentare, ma sempre con misura, con discrezione, senza far infuriare gli animi. I social sono, sovente, il ricettacolo terminale di chi è a corto di argomenti, di chi predilige il dileggio e l’insolenza al ragionamento ponderato.
Marcello Buttazzo
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