di Marcello Buttazzo –

Procede alacremente la raccolta firme per il referendum, che abroga le sanzioni amministrative e penali per la coltivazione della cannabis. Dobbiamo uscire fuori da un grave equivoco, ingenerato soprattutto dai politici proibizionisti (Salvini, Meloni, Gasparri e altri), secondo i quali la legalizzazione della cannabis produrrebbe lo “sfascio della società”. Nella realtà, lo sbando totale è quello dell’attuale regime in auge, con il monopolio della droga in mano alla criminalità e alle mafie, con le carceri strapiene di persone responsabili, sovente, di piccoli reati. Di fatto, la liberalizzazione strisciante e distruttiva è quella che opera da tanti anni nella nostra ordinarietà, producendo scompensi e disagi di vario tipo. L’arguto Salvini ha dichiarato: “Io preferisco il basilico e un bicchiere di rosso. La droga non è mai la soluzione”. Fa la scoperta dell’acqua calda, il padano, ma come al solito non affronta compiutamente il problema. Che il referendum sia una cosa seria, studiata dettagliatamente, è testimoniato dal fatto che esso è promosso da associazioni impegnate da anni, dall’Associazione Luca Coscioni a Meglio Legale, da Forum Droghe ad Antigone, fino a Società della Ragione.