di Marcello Buttazzo –

L’associazione “Pro Vita e Famiglia”, che non è molto “simpatica” neppure a Papa Francesco, non brilla di certo in spirito libertario. Le elezioni europee sono alle porte, e l’integralistica associazione “Pro Vita e Famiglia” ha proposto un manifesto di 6 punti ai candidati cattolici. In particolare, capisaldi e indomiti cavalli di battaglia sono la difesa della vita (contro l’aborto), della famiglia naturale, la lotta all’ideologia gender e alle politiche “green”. Hanno aderito solo candidati di Fratelli d’Italia, di Lega, di Forza Italia, di Libertà (l’agglomerato multiforme di Cateno De Luca). Fra i firmatari politici illustri come Roberto Vannacci e Susanna Ceccardi della Lega, i meloniani Nicola Procaccini e Carlo Fidanza. È bene ricordare a questi zelanti politici che la tutela della vita non è una prerogativa esclusivamente e unicamente cattolica. Anche un laico ha a cuore la vita. E una donna che, per centomila evenienze, è costretta a ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza, si rapporta all’esistenza nella sua più totale accezione. Personalmente, inviterei questi politici ad avere una visione più ampia, che non sia solo il ristretto giardino della famiglia tradizionale. La legge naturale è una stereotipata concezione dogmatica. Al di là di essa, c’è la realtà viva ed effettuale operante nelle moderne società. Caro Vannacci, caro Fidanza, penso che vi sarete accorti perfino voi che non esiste solo la famiglia tradizionale, ma le famiglie di vario tipo. L’asserzione poi di “ideologia gender” potremmo non impiegarla affatto. E asserire che, nello spazio e nel tempo, si muovono le persone, con le loro appartenenze di genere, con le alterità, con le diversità. Tutte da rispettare e possibilmente da salvaguardare per legge. Ciò che, inoltre, è semplicemente paradossale e ridicolo è che gli esponenti di centrodestra evochino e biasimino una cosiddetta “ideologia verde”. Gli ecosistemi sono intimamente antropizzati, alterati dalla invasiva mano dell’uomo contemporaneo. Solo una saggia transizione ecologica e una mirata politica green possono ripristinare in parte una sostenibile omeostasi ambientale. La Terra è fuori dai gangheri. Fuori dal mondo, fuori dalla storia, non sono i partiti e i movimenti ambientalisti, ma quei politici che s’ostinano a non vedere le avvisaglie del disastro.

Marcello Buttazzo