Una Nazionale che non conosco
di Gianni Ferraris
Che problema! Fra poco iniziano i mondiali di calcio, giocherà l’Italia la sua prima partita e io non so nulla. Ma proprio nulla! Me ne sono accorto passando dal barbiere, il signore seduto comodamente in poltrona pontificava, fra una rasoiata e una sforbiciata, su come Prandelli non capisse “un cazzo” (testuale).
Quel signore sa! Lui è uno dei 35 milioni di italiani che “se ci fossi io non avrei certo convocato Parolo”. Lui sa! Che sia del mestiere lo si vede dalla fisicità, qualcosa in meno di 100 Kg in un metro e sessanta di altezza denunciano una costante negli esercizi ginnici, nella corsa, soprattutto verso il tavolo con un’amatriciana, consapevole che se fosse lui su quel campo farebbe uno sterminio. Lui sa che “non passeremo neppure il primo turno” e qui esce fuori la sofferenza dell’italiano sterminatore di allenatori, “non passeremo”. Non dice “torneranno a casa” ma proprio così, perché la nazionale è la nazionale perdio, è come il Presidente della Repubblica. Forse no, Napolitano è di parte. E’ più come il Papa. L’onore patrio prima di tutto. Poi va a finire che incontriamo una Corea qualsiasi e apriti cielo, altro che crisi economica, meglio una guerra nucleare! Per i meno vecchi ricordiamo quel maledetto di Pak Doo Ik che rifilò all’Italia il gol che la mandò a casa con ignominia. Il girone comprendeva URSS, Corea Del Nord, Italia e Cile. I coreani erano visti come ragazzini incapaci.
La Corea del Sud pensò invece a mandare a casa gli azzurri nel 2002. In verità qui giocava anche l’arbitro Moreno che fece ogni possibile porcata in campo. Ma tant’è. Le Coree portano una sfiga terrificante.
Il ricordo, l’ultimo, che ho nitido è quello dei mondiali 1982 in Spagna. Anche allora capivo molto poco di calcio, però i nomi, almeno quelli, li conoscevo.
Zoff, Collovati, Scirea, Gentile, Cabrini, Oriali, Bergomi, Tardelli, Conti, Graziani, Rossi, Causio, Altobelli. C’era un bel clima, e c’era Socrates, il dottor Socrates che giocava nel Brasile. E i brasiliani quando facevano un gol andavano a bordo campo a fare qualche passo di samba. E nella finale contro la Germania c’era Pertini in tribuna. Pertini!!! Mica un Cossiga qualunque.
Oggi invece, tolti un paio di nomi famosissimi per altri motivi come Buffon o Balotelli, non ne conosco uno: Buffon, Perin, Sirigu, Abate, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Darmian, De Sciglio, Paletta, Aquilani, Candreva, De Rossi, Marchisio, Thiago, Motta, Parolo, Pirlo, Verratti, Balotelli, Cassano, Cerci, Immobile, Insigne.
Faticaccia quest’anno seguire le partite. Unica nota di colore, nel senso più letterale del termine, sono le scarpe dei giocatori, con improbabili colori evidenziatore, giallo, arancio ecc. Alcuni le hanno di colore diverso. I più maligni pensano serva loro per distinguere la destra dalla sinistra, noi sappiamo invece che è questione di sponsor.
Comunque quest’anno la Corea del Sud se la cuccano Russia, Algeria e Belgio. A noi toccano solo Uruguay, Inghilterra e Costa Rica. Spero veramente che gli azzurri passino il primo turno, così, per sentire cosa dirà mister 100 Kg dal barbiere.
Gianni Ferraris
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.