Lecce. La città delle anomalie
La triste storia del portale SETC
di Cecilia Leucci
Nei mesi scorsi ho più volte fatto notare alcune anomalie nella direzione culturale della città di Lecce che, a mio parere, rischiano di avere importanti ripercussioni sulla candidatura a capitale europea della cultura. Tra queste anomalie compaiono anche azioni che – da operatore culturale – non riesco a comprendere e delle quali mi piacerebbe avere spiegazioni.
Nella fattispecie, qualche anno fa, con Determinazione dirigenziale nr 785 del 13 ottobre 2010, la Giunta Comunale approvava il progetto “SETC – Valorizzazione delle risorse culturali per lo sviluppo economico-turistico del territorio” che, a seguito di un’attività durata più di un anno ed in collaborazione con il CETMA di Brindisi, nel 2012 ha inaugurato il Portale SETC (www.arteartigianatolecce.it). Il portale racchiude non solo importanti informazioni storico-artistiche redatte da professionisti del settore culturale (tra i quali la sottoscritta) e docenti dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, ma rappresenta un’apprezzabile piattaforma per l’artigianato e la cultura leccesi, sviluppando dei percorsi turistici in grado di far conoscere la città da ogni angolazione: architettonica, storica, tradizionale e culturale. Il portale SETC (realizzato anche per la specifica visualizzazione su smartphone e tablet) racchiude al suo interno anche diversi esperimenti di simulazione digitale, come virtual tour all’interno delle botteghe artigiane o ricostruzioni 3D di oggetti d’artigianato storico; inoltre, nella sezione “Infomobilità”, sono raccolte tutte le informazioni relative a trasporti pubblici, bikesharing, parcheggi d’interscambio ed infopoint turistici. Tutte informazioni pressoché irrintracciabili senza precise indicazioni. Un portale (all’epoca della realizzazione) completo, utile, costato un bel po’ di soldi (questa volta giunti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze), tuttavia al cambio di giunta, del portale SETC con tutte le sue informazioni e gli utili dati turistici non se n’è saputo più nulla, tanto da non comparire nemmeno sul sito istituzionale del Comune. Il portale è stato abbandonato, molte delle informazioni contenute sono diventate vetuste, alcune botteghe artigiane hanno persino chiuso i battenti, alcuni siti collegati hanno cambiato indirizzi, alcuni servizi sono scomparsi ed il portale non è mai stato tradotto in inglese. Nonostante ciò, con Deliberazione di Giunta nr 646 del 26 luglio 2013, il Comune ha stanziato un co-finanziamento di €10.000,00 a favore della Cooperativa Oasimed per la realizzazione di totem e materiali turistico-informativi da diffondere in città. Inutile sottolineare che si tratta del materiale oggetto delle numerose polemiche degli ultimi giorni, a causa dei tanti gravi refusi presenti sulle city map.
Viene da chiedersi, dunque, se gli amministratori comunali siano al corrente di ciò che i loro predecessori hanno realizzato e se, alternativamente, non sarebbe il caso di informarsi, prima di spendere denari pubblici che potrebbero essere destinati ad integrare ed aggiornare servizi già presenti e soprattutto già pagati. Una vera capitale della cultura è anche una città in grado di ottenere grandi risultati con il minimo sfruttamento di risorse (soprattutto economiche), una città attenta al turista così come al cittadino, capace di offrire servizi innovativi, affidandosi a consulenti ed operatori attenti e competenti. Sulla base della gestione odierna, Lecce sembra, purtroppo, ben lontana dall’essere una “città di cultura”… figuriamoci se “europea”.
Cecilia Leucci
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