Un bagno ottobrino, tra onde di umanità
di Rocco Boccadamo –
Un bagno ottobrino, tra onde di umanità
Anche per me, sebbene sia ancora portato a sperare in qualche giornata a venire eccezionale – ossia a dire, se non propriamente calda, almeno tiepida e senza vento – si è sostanzialmente compiuto il tempo delle immersioni nell’accattivante e tonificante mare del Basso Salento. Tuttavia, ieri, sono stato protagonista e beneficiario, in pratica ho goduto, di un’immersione di tutt’altro genere, e, però, devo riconoscere, non meno coinvolgente: un bagno tra persone. Per eseguire un piccolo esame, di quelli di verifica e controllo cui periodicamente si sottopongono i “ragazzi di ieri”, i quali, come è noto, nella stragrande maggioranza, devono rinunziare al sonno notturno di un’unica ininterrotta durata, ho raggiunto il poliambulatorio del presidio ospedaliero più vicino. Sostando nell’astanteria, nelle more che si accendesse il numerino del mio turno, ovviamente in vicinanza e quasi a contatto di vista e udito rispetto a una piccola folla di pazienti, ho inconsapevolmente e, però, attivamente convissuto con una lunga e variegata sequenza di ricordi, riflessioni e suggestioni. Anzitutto, mi si è affacciata l’immagine, rimasta particolarmente impressa nella mente e dentro, di due famosi e conosciuti protagonisti del cinema italiano, Marcello Mastroianni e Ugo Tognazzi, nella scena di un’intervista sul piccolo schermo, nel corso della quale e alla domanda di come si snodasse la loro vita privata e famigliare, col sorriso sulle labbra e con semplicità e naturalezza, facevano cenno proprio a determinate impellenze che spezzavano l’arco del loro riposo. In ciò, evidentemente, affatto divi, anzi comuni mortali.
Nella platea dei presenti nella sala poliambulatoriale, invero, ho scorto una sola figura dal volto conosciuto, il marittimese Paolo F., che, in un attimo, ho rivisto bambino, mentre, ora, si presenta con una folta capigliatura di colore bianchissimo, fratello minore di un mio compianto coetaneo e compagno di scuola. In stagioni ormai molto lontane, le nostre rispettive famiglie d’origine erano particolarmente vicine, dato il forte legame di amicizia esistente fra i due “capi”, mio padre e il genitore di Paolo, purtroppo andatosene prematuramente, nemmeno quarantenne. Ieri, durante l’attesa analoga alla mia, Paolo, in questo periodo domiciliato in una località contermine a Marittima, era intento a discutere con un compaesano, nella comune veste di membri del Comitato festa cittadino, in merito alla scaletta delle realizzazioni e manifestazioni – luminarie, bande musicali, processione, fuochi d’artificio – connesse con la celebrazione annuale, giusto in questi giorni, della Madonna del Rosario, protettrice del loro luogo di abitazione.
Arriva, intanto, nel salone una ragazza, assai aggraziata di suo, che, ad ogni modo, si pone in evidenza soprattutto per via di un imponente pancione: di sicuro, quindi, è prossima al parto. La giovane, facendo a meno di rispettare il turno grazie a una positiva e civile prassi ormai consolidatasi, si porta direttamente allo sportello, al fine di disbrigare le proprie occorrenze. Confesso che, per il mio sentire, la vista di una donna che sta per mettere al mondo una nuova vita è sempre motivo di gioia e ammirazione. Una signora di mezza età, invece, presentatasi davanti all’impiegata addetta e a una domanda di quest’ultima, declama ad alta voce di abitare nella cittadina di Alessano, in via Carlo Alberto n. 68. Nell’udire il nome di tale località, io non resisto a volare col pensiero in direzione di una speciale e amata figura del mondo cattolico e religioso, don Tonino Bello, in vita vescovo di Molfetta e Presidente di Pax Christi, adesso in odore di santità. Don Tonino era originario proprio di Alessano e le sue spoglie riposano nel locale cimitero, al centro di un piccolo e infiorato giardino, meta di folti gruppi di visitatori e devoti estimatori che arrivano finanche dall’estero.
Strana coincidenza, l’ennesima delle mie, una volta concluso il piccolo esame e lasciato l’ospedale, percorsi in macchina pochi metri, incrocio il furgone di una ditta di lavori idraulici, con sede sempre in Alessano e con denominazione, riportante il cognome del titolare, guarda un po’, Bello, lo stesso di don Tonino. Le sopra accennate persone, con correlati accostamenti, sono indubbiamente quelle che più marcatamente mi hanno suscitato riflessioni e suggestioni, ma, per fedele completezza, devo dire che, attraverso il rapido soffermarmi nel passare in rassegna il loro viso e il loro sguardo, mi è rimasto qualcosa, un segno, di tutte indistintamente le persone presenti. Come se si fossero accesi dentro di me piccoli fuochi d’interesse e, soprattutto, illuminanti, anche se non chiaramente descrivibili. Insomma, pure in assenza del mare trasparente, il mio bagno di ieri mi ha fatto bene. Mentre vado buttando giù queste note, odo chiaramente il crepitio, con saltuari più sonori rimbombi, dei fuochi pirotecnici, protrattisi per circa un’ora e mezza, sparati nella vicina località, nell’ambito dei festeggiamenti in onore della Patrona, Madonna del Rosario.
0ttobre 2024, Rocco Boccadamo
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