Una poesia, una visione
Voglio scendere dai cieli dell’ispirato,
toccare la strada dove cammini
e sotto i tigli contare i fiori dormienti.
Tu esplodi nella luce
ridisegni le immagini e sei occhi.
Nel silenzio di un pomeriggio
trovarti accanto alla panchina
sulle zampe di un gatto fulvo,
inviti all’urto col consueto,
poi scivoli nel profumo dei pini,
fino alla nuca dei passanti.
Tutto ti trattiene e mi consegna
un valido enigma di stagione,
l’estate ti somiglia
o è il cuore a innescare memorie?
Irene Ester Leo
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