di Gaia Giovagnoli e Andrea Donaera

Corifeo:

Qui dove maggio si gonfia di ulivi
e le guance sudate della terra
mi fanno di cipria arrossata
e di pietra: eccomi scalpo seccato
o una costola stesa:
sono il ridosso del muretto a secco
intiepidisco all’ombra

Amore, il mio treno rovista la Puglia:
mi irrompe la gola:
che sia boccata di frana
che mi imbocchi di buono
che mi entri così, come te

Coro:

Davanti a un ovunque la riconosco questa città che spogli,
questa città che ora mi sembra spaiata, un po’ tua e un poco mia,
che la guardo e ti guardo e apro il pacchetto di rosse, il petto
pure mi si apre, davanti a un ovunque sfuma tutto e non lei:
Lecce è sempre lei: spaiata o sfumata la riconoscerei,
come te ieri sera tra la folla davanti a cui parlavo:
trovarti tra tutti era la certezza: di due occhi fissi lì
su un me colonna barocca senz’ombra, che guardi e ami – perché?
(«Non sei però come casa: sei casa» – ci diciamo e ridiamo
del luogo che si è diventati ormai, passo un dito sul muro,
si sfarina e da sempre però è lì, è toccare il tuo mento,
sollevarlo verso il giallo ombroso mio, pietra che bacia pietra.)

Corifeo:

Lecce è un braccio girato di muri
il tono senza ombra di colore
stinsi anche io su quel – tocca – schiarito
– senti il graffio della pietra che scrivo –
Come dire del tremito acceso
della nota arrochita che stonda
sul mio gemito stretto alle gambe
E l’imbroglio dei rovi che spiccano
di una terra che passo e non so
Sa di questo una fine distrutta
da qui il senso di ogni singola pace
Lecce soffio sul mento abbassato
la ringhiata del cane supino
l’immobilità
Ma lo stacco del piede che frena
alle porte – o almeno su tutte le tue

Coro:

Da questo lato è il tramonto, l’alba ci è lontana, non ci riguarda,
quasi. Il calare è nostro, e l’accompagnarlo fin dentro l’acqua,
lo vedi il come, qui: lo vedi, mai ti ho vista sorgere io,
in quel tramonto ti ho – presa di petto, onda alta di scirocco
io, sole sbatacchiato tu. Posto che mai si ferma e mai crede
d’esser bello davvero, bello e basta, crosta sulla ferita,
bella così, riparo, questa terra sei tu, che cicatrizza.

*** *** ***

Corifeo: Gaia Giovagnoli
È nata a Rimini nel 1992, dove ha frequentato il Liceo Classico Giulio Cesare. Si è laureata in Lettere e Beni Culturali, corso in Lettere Moderne, all’Alma Mater Studiorum di Bologna, con una tesi sulle basi narratologiche della mente e della psicoanalisi, oltre che sulle potenzialità terapeutiche della scrittura, analizzando il caso della poetessa Anne Sexton. Attualmente è laureanda alla magistrale di Antropologia Culturale e Etnologia a Bologna.
Nel maggio 2014 è stata tra i finalisti del premio Elena Violani Landi, organizzato dal Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna, e menzionata nello stesso premio nel giugno 2016. È stata una dei semifinalisti nel Premio Rimini 2015. Partecipa al festival Parco Poesia di Rimini, nel luglio 2016, letta e presentata tra i giovani autori under 30 da Luca Cesari. Nel luglio 2017 è stata una dei poeti ospiti di “Poié – Le parole sono importanti”, festival della poesia della città di Gallipoli. Nello stesso anno ha vinto il Certamen dell’Università di Bologna e si è classificata terza al Certamen Isotteo svoltosi durante il festival Parco Poesia.
Nell’ambito di uno studio di tesi in antropologia medica, nel 2017 ha realizzato un laboratorio di scrittura poetica presso l’ospedale Sant’Orsola di Bologna, e attualmente è in corso di preparazione un laboratorio dello stesso tipo presso l’ospedale Vito Fazzi di Lecce.
Sue poesie sono state pubblicate sul sito www.parcopoesia.it con una nota di Isabella Leardini. La poesia “Stige” è stata inoltre pubblicata sul sito leparolenecessarie.it e sul blog Interno Poesia.

Coro: Andrea Donaera
È nato nel 1989 a Maglie. Vive tra Bologna e Gallipoli, lavorando come operatore culturale; è laureato in Scienze della Comunicazione presso l’Università del Salento, dove è segretario del Centro di ricerca “PENS: Poesia Contemporanea e Nuove Scritture” del Dipartimento di Studi Umanistici.
Dal 2016 dirige la collana di poesia “Billie”, per la casa editrice ‘Round Midnight. È tra i redattori del “LOST: l’osservatorio delle serie televisive”, coordinato dall’insegnamento di Linguistica Italiana dell’Università del Salento. Nel 2014 è stato tra gli ideatori e organizzatori del Festival della Letteratura di Gallipoli “Il Mestiere di Scrivere”; attualmente è il direttore artistico di “Poié”, Festival della Poesia della città di Gallipoli e del Festival della poesia dialettale “Oju lampante”.
Ha pubblicato diverse raccolte di poesia. Tra le ultime: Il latte versato (Sigismundus Editore, Ascoli Piceno, 2012); Certe cose, certe volte (Marco Saya Editore, Milano, 2012); Occhi rossi (‘Round Midnight edizioni, Campobasso, 2015); Tetrakis. Tre voci per un traversare – con Daniela Liviello e Renato Grilli (Kurumuny, Calimera, 2017).
Si sono occupati della sua scrittura, tra gli altri, Davide Rondoni, Rosita Copioli, Valerio Grutt, Stefano Guglielmin, Elio Pecora, Nicola Vacca. È presente in numerose antologie, e diversi suoi componimenti sono stati pubblicati e segnalati su riviste web e cartacee (“Nazione Indiana”, “La lettura” del Corriere della Sera, “Atelier”, “Poeti e Poesia”, “Mangialibri”, “L’EstroVerso”, “Versante ripido”) e blog letterari (“Interno Poesia”, “Parco Poesia”, “Vibrisse”, “Blanc de ta nuque”); è tra i vincitori del concorso permanente “Unpoeta.com”, finalista al “Premio Centro per la Nuova Poesia d’autore” 2014,
semifinalista del “Premio Rimini” 2014, 2015, 2016 e 2017. Suoi testi sono stati tradotti in spagnolo dal “Centro Cultural Tina Modotti” di Caracas.
È stato ospite di diverse iniziative culturali, tra cui il laboratorio “Al verso 61” del Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna, il festival “Parco Poesia” di Rimini, la rassegna “Chiedo asilo” di Avellino, il seminario “È ancora possibile la poesia?” del Liceo Fano di Firenze.
Da diversi anni si occupa di regia e scrittura teatrale, numerosi suoi spettacoli sono stati rappresentati in rassegne nazionali e locali; dal 2009 cura i Laboratori Teatrali presso il Liceo Quinto Ennio di Gallipoli.
Appassionato di musica, ha scritto per diverse testate specializzate e ha fatto parte di numerosi progetti musicali, fra cui la one-man band “Onirica”, con cui ha inciso l’album Cosasonora per la casa discografica statunitense Beneath The Fog Productions; attualmente è chitarrista della band heavy metal “Serial Vice”, con la quale ha pubblicato l’album Nightmares Come True per l’etichetta statunitense Sliptrick Records.