Come barchetto
mosso di vento,
come prato
di centomila papaveri
insanguinati di rosso,
come virgulto
di mandorlo fanciullo.

Come pensiero
di sgargiante giallore,
come singulto
soffocato d’amore,
come visione
di celeste invenzione.

Tu sei.

Tutto questo
e quel che resta.

Il mondo intero, sei.
La vita, sei.

La ragione
che s’illuna
nell’istinto migliore.

Il giorno e la notte.

E l’aurora che ferisce
di bianco il sole.

Sei il mondo
che corre a perdifiato.

La vita, sei.
La vita di febbrile rossore.

Marcello Buttazzo