di Marcello Buttazzo –

A Ventimiglia, alcuni giovani volontari francesi dell’associazione “Roya Citoyenne” sono stati incriminati, denunciati per “inosservanza dei provvedimenti dell’autorità”. L’”imperdonabile” colpa di questi volenterosi paladini della pace e della non violenza è aver distribuito cibo per strada ai migranti, contravvenendo ai divieti del sindaco. Ma davanti alla chiesa di Sant’Antonio alle Gianchette, giorni fa, c’erano profughi, uomini e donne, che avevano fame. Che peccato è mai quello di offrire docilmente del cous cous a un gruppetto di stranieri? Può essere considerato un reato l’adoperarsi umanissimo e evangelico di sfamare chiunque abbia bisogno del nostro aiuto? La bellezza della città va incoraggiata e favorita sempre, ma non a detrimento della civiltà. È davvero un grave misfatto la disobbedienza di questi giovani attivisti? La Francia, tra l’altro, nei pressi di Ventimiglia, ha chiuso le frontiere, rimandando indietro anche molti minori. Gli attivisti spesso accompagnano illegalmente i migranti attraverso il confine italo-francese. E ne rispondono in tribunale. Recentemente, s’è celebrata pomposamente l’Europa unita, gli storici trattati. Ma che Europa è quella che erige barriere, muri, steccati? Purtroppo, in questi ultimi anni, anche nel nostro Paese, diverse amministrazioni (di centrodestra e di centrosinistra) hanno esasperato le misure di carattere securitario, obbedendo ad una fittizia idea di decoro stantia e fuori luogo. Sovente, vengono presi di mira migranti, barboni, artisti di strada, accattoni, quell’umanità marginale che, a rigor di buon senso e di civismo etico, meriterebbe cura e protezione.

Ultimamente, in Italia, si moltiplicano ordinanze e divieti di vario tipo, che trovano legittimazione e rispondenza anche nel “decreto Minniti” di questo meraviglioso governo a prevalenza di centrosinistra. Un appello, rivolto agli amministratori di Ventimiglia e al nostro governo, è stato sottoscritto, tra gli altri, da don Luigi Ciotti e da padre Alex Zanotelli. I firmatari rammentano che punire la solidarietà vuol dire “mettere in pericolo i principi e i valori minimi di umanità di civiltà”. E che non si può limitare “la libertà di circolazione dei migranti” e “non si può processare chi nutre gli affamati”.

Marcello Buttazzo