Il muro di Trump e la fastidiosissima comunità migrante
Marcello Buttazzo
Le politiche immigratorie della nuova amministrazione americana allarmano decisamente. Il presidente stramiliardario Donald Trump, probabilmente, è po’ xenofobo e marcatamente irrispettoso delle libertà popolazionistiche. In compenso, è un “fine cultore” della bellezza estetica. Lui vuol fare costruire una recinzione di 3200 chilometri al confine con il Messico per impedire alla fastidiosissima umanità migrante di giungere nell’opulento Paese a stelle e strisce. Ma l’impareggiabile Donald non desidera edificare una recinzione qualsiasi, ma un muro “imponente” (dal lato messicano) e “piacevole a vedersi” (da quello americano). Si può essere benissimo razzisti e xenofobi e, al contempo, si può preservare lo “stile” e l’elegante gusto “artistico”. L’altro incredibile presidente americano George W. Bush, dopo il 2006, era riuscito a far recintare con rudimentali palizzate solo un migliaio di chilometri di confine con il Messico. Ma Bush junior, si sa, era drammaticamente limitato. In ogni senso.
Marcello Buttazzo
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