di Marcello Buttazzo –

Nonostante le recessioni e le ricorrenti crisi, viviamo in un mondo ristretto ed obeso, teso a dissipare e a sperperare eccessivamente beni materiali. La filosofia del consumo ad oltranza, fino allo stremo, è un feticcio da seguire pedissequamente da noi uomini e donne della società capitalistica e globale; un feticcio elevato ad arte, cui guardare con una certa bulimica attenzione.
Ma in questa società disgregata è necessario più che mai un briciolo di consapevolezza.
Solitamente, per definizione, siamo molto critici con le istituzioni. Ma, a volte, nei palazzi del potere, prevale anche la protezione, la tutela del bene comune. L’etica della responsabilità si concretizza, fra le altre cose, con interventi legislativi finalizzati, oculati.
Mirabilmente, il Senato, in questi giorni, ha approvato in via definitiva il disegno di legge antispreco, già licenziato a marzo dalla Camera dei deputati.
La politica solidale ed etica si manifesta con atti pragmatici e sostanziali. Cosa c’è di più moralmente e umanamente incoraggiante che evitare che le eccedenze di cibo e di farmaci finiscano miseramente fra i rifiuti? Viviamo, pur fra le endemiche emergenze economiche, in un’era di sperperi, di dissolvenza, di diseguale distribuzione delle ricchezze.
L’associazionismo sociale, da sempre, è attento alle invalidanti sperequazioni.
La meritoria norma antispreco, approvata pressoché all’unanimità al Senato, è un provvedimento costruito insieme al Terzo Settore, a enti caritativi come Caritas, Banco Alimentare e Comunità di Sant’Egidio.
In questo tempo “trionfante” di falsi e patetici miti di cartone, i veri alfieri di virtù e valori sono gli ultimi, che tratteggiano a caratteri indelebili la storia. Quelli che, da sempre, viaggiano in terza classe, e conoscono gli stenti e il vento della tempesta, che soffia sulla faccia. Con misure legislative di estremo rigore si possono sanare, quantomeno parzialmente, ingiustizie colossali. In Italia, 5 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, ogni anno, finiscono nella spazzatura (come dire, 8 miliardi di euro).  Con la nuova legge, i Comuni avranno un milione di euro l’anno, e altri 2 milioni andranno al Tavolo degli indigenti, per l’acquisto di alimenti da destinare ai poveri.
Nel caso dei farmaci, la legge prevede la donazione la donazione alle Onlus di medicinali non utilizzati e non scaduti. Donare è saper dare pezzi di sé, della propria anima, agli altri; e, al contempo, ricevere tutto l’amore del mondo. Il dono: bene di straordinario significato, al pari dell’amore, dell’amicizia, della libertà, della gratuità, capace di compattare e di valorizzare una comunità di individui.

Marcello Buttazzo