Amare l’altro, una necessità
di Marcello Buttazzo – Amare la vita. Desiderarla, nonostante tutto, oltre le asperità contingenti, di là dal nero scuro e dalle brume ferrigne. Essere attratti irresistibilmente dalle vite sofferte, marginali, spese ai confini di questa società. Esistenze difficili, complesse, ma vitali e vibratili d’amore, feconde come terra rossa di zolle assolate. Esistenze dolenti, che esigono la luce del giorno e reclamano solo attenzione e una dolce carezza. Amare l’altro è una necessità, è un meccanismo adattativo di sopravvivenza, è l’ineludibile gioco. Chi vive appartato, solitario, ha nell’anima un giardino di rose fanciulle e la ragione stessa delle stelle. Vita di migranti con il capo chino, la schiena curva a faticare nei duri cantieri, a raccogliere pomodori e angurie nei campi ingenerosi nel nuovo approdo. Sofferenza e travaglio senza fine di carcerati stipati gli uni addosso agli altri in piccolissime, asfittiche celle con conforts inesistenti. Rabbia, ansietà e angoscia di giovani vite tagliate fuori da un sistema produttivo troppo veloce, elitario, esclusivo. Lamento di uomini poveri, poverissimi, che abitano quartieri dove arrivano fiochi raggi di sole. Problematicità che fluisce, scorre, inevitabilmente. Epperò, il disagio profondo può squarciare veli, sbrigliare mantiglie, e mettere in contatto, in costruttiva interazione una diversa umanità. In un rapporto inclusivo, plurale, collettivo, di condivisione. Molti di noi sono tirati in ballo, rispondono alla chiamata. Eppoi, quante sono le lacerazioni ancestrali, antiche come il tempo, che qualcuno ci ha aiutato a ricucire con ago d’amore e di pace? Siamo in tanti ad essere anime marginali, piagate. Ogni individuo è legato, nonostante tutto, da una rete di centomila anelli ad una comunità multipolare. Ogni individuo, nonostante tutto, culla fra le braccia tutto l’amore del mondo. E l’amore come un bimbo ha bisogno d’avvedutezza, di cura, di attenzione, di decoro. Ogni uomo, ogni donna, ogni bambina e ogni bambino hanno nell’intimo ferite da coccolare, da vezzeggiare, da saturare, da nutrire. E dolori, paure, da esorcizzare. Tutti siamo anime fragili, vulnerabili, colpite: con l’amore soltanto riusciamo a combattere le tenebre e ad allontanare la morte. E non esiste più gelo, più periferia nel cuore, perché in ogni essere umano risiede la ragione più autentica d’una essenza.
Marcello Buttazzo, 12 settembre 2017
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