Paolo Vincenti –

I dioscuri. Chissà come prenderanno gli elettori della Lega e quelli dei Cinque Stelle questa accoppiata così trasversale, eterogenea, determinata soltanto da una smisurata brama di potere. Nonostante i numeri avversi, hanno pervicacemente insistito sulla necessità di governare, Di Maio aprendo e chiudendo forni, con chiunque e comunque, Salvini scaricando la sua coalizione che fino al giorno prima lo teneva in gran conto sostenendolo come leader indiscusso. Che brutta riuscita. Non so chi sia il reprobo fra i due, chi lo sia di più, intendo. Questa ipotesi di governo scontenta quasi tutti, sia la stampa vicina ai Cinque Stelle, come Il Fatto Quotidiano, sia i giornali vicini al centro-destra, Libero, La Verità, Il Tempo e naturalmente Il Giornale, che gridano allo scandalo, all’inciucio. In effetti, il matrimonio blasfemo fra Cinque Stelle e Lega sa davvero di diabolico, ma saranno contenti i vari opinion leaders, vicini ai due movimenti, che si sono smanicati per giustificare l’opportunità di questo pateracchio. Chi gongola è Renzi: orgoglioso di aver mantenuto il suo partito all’opposizione, ora potrà davvero stare alla finestra ad ammirare compiaciuto lo spettacolo tremendo che daranno Cinque Esse e Lega, e il Partito Democratico, nel mentre quelli compiono disastri, avrà il tempo di riorganizzarsi. Un mix di furbizia, opportunismo, calcolo politico sbagliato, le motivazioni che hanno portato il panzer Salvini a questa scelta davvero deleteria non solo per il suo partito, costretto a fornire stampella a quello grillino, ma per il Paese stesso. Troppo distanti ma ugualmente fumosi i loro programmi, in campo economico. Ed ora addirittura riassunti, con sforbiciate di qua e di là, nel bignamino del contratto di governo, quello che il Premier in pectore, il signor nessuno Conte dovrà attuare. Sapranno difendere i Fondi Ue che sono l’ultima speranza per il Sud, come tutti gli economisti vanno ripetendo?  Il problema è davvero enorme perché la previsione di bilancio Ue è quella di fare grossi tagli, fra il 5 e il 7%, dei Fondi di Coesione. Questi tagli penalizzerebbero in massima parte il Sud. Tra Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale), FSe (Fondo Sociale Europeo), Feasr (Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale), Garanzia Giovani e Fondo per la Pesca, sono concentrati ben 42,6 miliardi di Fondi, una bella boccata di ossigeno, al di là degli orribili acronimi, per lo sviluppo del nostro Paese; di questi dovrebbero essere tagliati tra 2,1 e 2,9 miliardi. Il Governo però ha il dovere di opporsi ai tagli, perché questi soldi sono la principale fonte di investimento per il Sud, come ribadisce il direttore dello Svimez, Luca Bianchi, dalle pagine del “Messaggero”, 5 maggio 2018. Più che puntare sul reddito di cittadinanza, i Cinque Stelle, per dare una mano alle regioni meridionali, dovrebbero implementare i servizi, contare sul miglioramento dei trasporti, perché si sa che il nodo infrastrutturale è quello che può risolvere il gap che penalizza le nostre aziende, insieme a quello fiscale, abbassando le tasse e prevedendo delle no tax area per le zone svantaggiate. Il disagio sociale si può contrastare dando servizi migliori, dalla sanità alla scuola, più appoggi alla genitorialità, lotta più accanita alla criminalità, e non attraverso inutili elargizioni ai senza lavoro. Ma sperare di ottenere qualcosa dal governo insalata russa credo sia inutile. Il panorama politico è davvero desolante. Le altre forze in campo sono al boccaglio dell’ossigeno. Forza Italia e Pd scontano una crisi di consensi come mai prima d’ora, sono fermi in una mancanza di ricambio, di idee, penalizzati da leader che hanno cannibalizzato i loro stessi partiti. Fratelli d’Italia, pur essendo una forza nuova guidata da una capace leader, stenta a livello di consensi, e le forze dell’estrema sinistra sono talmente minoritarie e inconcludenti che elemento di novità appare la lista transnazionale di Luigi De Magistris, Lorenzo Marsili e Yannis Varoufakis, sulla falsariga della fallimentare Lista Tsipras di qualche anno fa. Ma se davvero Forza Italia e il Pd, come sembra, sono destinate a frantumarsi, la colpa sarà delle classi dirigenti che non hanno saputo imprimere una svolta e soprattutto, concordo con quanto scrive Luca Ricolfi su “Il Messaggero” 21 aprile 2018, per la loro incapacità di essere una vera destra e una vera sinistra. Ora dobbiamo tenerci Di Maio e Salvini.

Arnold strong man.  Schwartzy non fare scherzi. Ci teniamo a te. Il celebre attore è stato ricoverato d’urgenza al cuore il 31 marzo in una clinica della California. Tutti amano Arnold Schwarzenegger, che ha fatto una lunga strada da quando a fine anni Sessanta giunse negli Stati Uniti dalla nativa Austria, inseguendo il suo sogno di muscoli e gloria.  Di fatto si deve a lui la grande esplosione del Body Building, uno sport di nicchia, prima che Mister Olympia lo rendesse celebre grazie alla sua fama planetaria. Il successo nello sport gli dischiuse le porte del cinema, all’inizio col cognome di Strong, data la difficoltà di pronuncia del suo cognome originale. Da “Ercole a New York” a “Yado”, passando per i due formidabili episodi di “Conan”, la sua carriera è stata una inarrestabile sequenza di successi, sia commerciali che, in pochi casi, di critica. Da “Terminator” a “Total Recall”, ha inanellato una lunga teoria di sold out ai botteghini, realizzando incassi stratosferici, poi reinvestiti in altre attività.  Schwarzenegger, insieme a Stallone, ha rappresentato plasticamente il primato degli Stati Uniti in the world e soprattutto in un periodo in cui, stante ancora la guerra fredda, il mito a stelle e strisce aveva bisogno di puntellarsi su certe basi, di riconoscersi in testimonial solidi, popolari, universalmente riconosciuti. Un’icona, non è abusato questo termine se usato per lui, dell’american dream, del machismo, della tenacia. Anche Governatore della California, dal 2003 al 2011, poi è tornato al cinema.  Schwartzy, uno dei più grandi imprenditori al mondo, creativo, multiversato, sempre alla ricerca di nuove esperienze, è l’emblema della “Wille zur macht” nicciana, la volontà di potere del self made man che però, a differenza di Trump, è temperata da profonda cultura, che invece manca al tamarro col riporto.

Crazy world . Si stanno diffondendo anche in Italia le chat anoressiche delle ragazzine che vogliono morire. Si tratta di ragazze di 13, 14, 15 anni. In pratica, una già in anoressia si presta a fare da personal coach ad un’altra che ci vuole entrare. La coach pro ana, come viene chiamata dagli studiosi, prende in affidamento la sua coetanea, che si vede brutta e grassa nei suoi 5o chili magari, e la conduce attraverso un rigidissimo regime alimentare, a dimagrire, arrivando a pesare 38, 30, perfino 20 chili, fino alla morte. Terminato il suo compito, se nel frattempo non è defunta lei, ne prende in consegna un’altra e la motiva a dimagrire, la sprona a non guarire, la convince di aver fatto la scelta giusta e quella si avvia contenta all’autodistruzione.

A Napoli è noto come le imprese funebri in mano alla Camorra si spartiscano gli utili e stazionino al Cardarelli e negli altri grandi ospedali della città, davanti alle camere mortuarie, in attesa dei defunti, dividendosi equamente i funerali. In Sicilia, si va anche oltre e a Catania i malati vengono addirittura uccisi per essere consegnati alle pompe funebri in mano alla mafia. Le cosche si affidano a infermieri e barellieri compiacenti i quali, quando si trovano nell’ambulanza che trasporta i malati gravi o terminali in ospedale o a casa, iniettano nelle loro vene dell’aria con un’agocannula per farli morire prima. Appena giunti i malati, ormai cadaveri, in seguito ad embolia gassosa, ecco l’impresa funebre, già pronta ad occuparsi delle esequie, dopo aver elargito una cospicua mancia al complice.  A Sanremo, un giovane alcolizzato e tossicodipendente, stanco dei rifiuti della madre alle sue continue richieste di soldi, la picchia barbaramente e la mette persino al guinzaglio portandola in giro per la casa, sotto gli occhi esterrefatti degli altri famigliari.

La ludopatia è uno dei mali di questo paese, la febbre dell’azzardo ha contagiato tutti. Addirittura nelle Marche c’è una cittadina nel Fermano, Porto San Giorgio, che detiene il record di 2700 euro a testa per un totale di 43 milioni all’anno in slot. L’azzardo è davvero una grande piaga, perché è intrecciato sempre con la malavita. Le grandi sale di bingo e slot infatti sono gestite dalle organizzazioni criminali attraverso i piccoli imprenditori locali che ne fanno da testa di ponte e questi ritrovi sono spesso anche piazze di spaccio perché dove si creano concentrazioni di adolescenti, giovani e giovinastri persi dietro alla loro deriva, si annidano anche gli sciacalli che gli vendono la roba. Dunque un circolo vizioso, che porta solo danni a questa delirante e confusa società. Che pazzo mondo!