di Paolo Vincenti – Nel centro-destra prove tecniche di ricostruzione. In vista dell’appuntamento elettorale che a grandi passi si avvicina, tutte le forze politiche cercano di organizzarsi. E anche Silvio Berlusconi, quello del Lodo Alfano, delle toghe rosse, della giustizia ad orologeria, è tornato. Forza Italia è il maggior partito dell’assemblaggio  di centro-destra insieme alla Lega Nord. Un punto percentuale divide i due partiti, ed è chiaro che entrambi i leaders, “Qualcuno Salvi” Salvini e Il Cavaliere “mascarato” (e ora pure dimagrito) puntino alla candidatura a Presidente del Consiglio. Ma, un momento, ho detto “è chiaro”? Ma non è chiaro proprio per niente! Se è una legittima aspettativa per Matteo Salvini, che guida con impegno e pugno duro la Lega Nord, che in questi ultimi anni ha fatto passi da gigante in termini di consenso popolare, è invece tragicomico per Berlusconi! Proprio il “Berlusca” nazionale, quello del caso Ruby, delle Olgettine, a ottant’anni suonati, vorrebbe puntare alla leadership del centro destra? Berluscazz, quello del “kapò” a Schultz, delle corna ai G7,  vorrebbe candidarsi a Presidente del Consiglio? Ma lo ricordate Silvio? Sto parlando proprio di lui! Quello delle battute sessiste e volgari, quello dell’amore che vince sempre sull’odio, del partito azienda, sì lui, dice che Salvini, che potrebbe essere suo figlio, deve mettersi da parte perché un partito oltranzista come la Lega Nord non può trainare il centro destra ma deve farlo un partito moderato, Forza Italia appunto, che è di centro.  Berlusconi vuole convincere le altre forze della coalizione, da Fratelli d’Italia a Direzione Italia, che il Segretario Salvini non può fare il Premier, troppo razzista e fanatico, ma deve farlo lui, più morbido e quindi più rappresentativo dell’elettorato medio italiano. Sì, proprio lui, quello che giurava sulla testa dei figli, delle mancate riforme, del berlusconismo, del partito di plastica. “Cribbio”, non c’è mai fine al peggio!

Prove generali di alleanze e coalizioni anche per il centro-sinistra e grandi manovre anche nel Movimento Cinque Stelle, in vista delle elezioni. A proposito del Movimento Cinque Stelle, che in questi giorni festeggia i dieci anni del “Vaffa day”, è tempo di bilanci per il movimento grillino, e i commenti sui media si sprecano, fra sostenitori, critici, detrattori. In particolare, a far luce sulla gestione del partito in questi dieci anni, una gestione, diciamo, molto opaca, è il libro “Supernova. Com’è stato ucciso il M5s” di Nicola Biondo ( o Bruno?) e Marco Canestrari ( o Canestrini?), in cui gli ex grillini, autori del volume, svelano segreti e magagne del movimento più famoso d’Italia.  Cogito, se i Cinque Stelle sono in genere beceri e impreparati, che dire di chi è uscito dal movimento e sputa nel piatto dove ha mangiato?

Ho sentito in radio la pubblicità del caffè Trombetta. Ma è uno scherzo? Subito mi è venuto di pensare a Totò. Mi sono scompisciato pensando all’esilarante gag in cui Totò dileggia l’onorevole Cosimo Trombetta, quel “trombone” del padre e quella “Trombetta” della sorella, che per avere sposato un Bocca, fa “Trombetta in Bocca”. Ridevo da solo in macchina e qualcuno mi avrebbe preso per pazzo se non avessi avuto l’alibi del telefonino; quindi una scena del genere, oggi con l’obbligo di dover indossare l’auricolare, è potuta passare inosservata, tutti ormai parlano al telefonino in macchina, ridendo, schiamazzando e gesticolando nel vuoto. Ma Caffè Trombetta” fa troppo ridere. Che mattacchioni questi industriali del caffè.

Ennesimo licenziamento del regista durante le riprese del film  “Star Wars”, la celebre saga fantascientifica arrivata al nono capitolo. Con quest’ultimo regista mandato via, i fallimenti salgono a quattro. Sembra che Star Wars voglia contendere il non invidiabile record della Giunta Raggi, con un numero incalcolato di assessori sostituiti in appena un anno e mezzo di vita. Sempre di alieni si tratta in effetti, i primi “americheni”, i secondi “Italieni”.

Un altro infermiere killer. Il tedesco Niels Hoegel, potrebbe avere ucciso circa 84 pazienti negli ospedali di Oldenburg e Delmenhorst, nella Bassa Sassonia. Se così fosse, l’infermiere si rivelerebbe il più grande omicida seriale nella storia del crimine tedesco. Ammazzali, questi Tedeschi!