Glattauer, un successo che ancora dura
di Antonio Stanca – Daniel Glattauer ha cinquantasette anni, è nato a Vienna nel 1960 e dal 1985 ha iniziato a lavorare come giornalista finché nel 2006, a quarantasei anni, ha scritto Le ho mai raccontato del vento del Nord. Romanzo che a Gennaio di quest’anno ha avuto, presso la casa editrice Feltrinelli di Milano, la sesta edizione. La traduzione è a cura di Leonella Basiglini. L’opera ebbe un seguito nel 2009 col romanzo La settima onda ed ancora di altri romanzi sarebbe stato autore Glattauer. Ma col primo ha sorpreso ed interessato tanto da ottenere un successo di carattere mondiale che ancora dura, da attestarsi in cima alle classifiche internazionali, da essere tradotto in molte lingue. Ne sono stati ricavati un radiodramma, un’opera teatrale ed un audiolibro, anche questi con risultati molto positivi.
Soprattutto la novità della forma espressiva ha attirato l’attenzione del pubblico dei lettori prima e degli ascoltatori dopo. Nell’opera Glattauer immagina che tra un uomo di trentasei anni, Leo, uno psicolinguista impegnato presso Istituti d’istruzione superiore, ed una donna di trentaquattro anni, Emmi, che vive in casa col marito e due figli da lui avuti da un precedente matrimonio, s’instauri un rapporto fatto di comunicazione digitale, di scambi di e-mail. All’inizio era stato un errore a farli incontrare su Internet ma poi avevano continuato, incuriositi l’uno dell’altro anche se riguardo alla vita privata, soprattutto di lei, poco si diranno e solo alla fine si saprà che Emmi aveva sposato il suo insegnante di musica, più avanti negli anni e rimasto vedovo con due bambini dopo un grave incidente stradale. Di Leo, invece, si saprà che è stato lasciato dalla moglie, che si era innamorata di un pilota di aerei spagnolo, che ha una sorella con la quale si trova ogni tanto, di meno da quando la madre è morta. Leo ha i suoi impegni professionali e a volte è costretto ad allontanarsi dalla città, Vienna, dove anche Emmi vive.
Lui si sente solo nonostante i rapporti professionali che intrattiene ma anche lei si sente sola perché esaurita, sfinita da una vita sempre uguale, condotta in casa insieme a persone che non sente completamente sue. E’ ancora giovane e altri interessi vorrebbe nutrire, altre emozioni vorrebbe provare. L’amarezza, la pena della solitudine sarà il motivo che porterà entrambi ad iniziare e continuare un rapporto anche se di sole parole, di soli pensieri, di sole e-mail. Si diranno della loro condizione, del loro stato d’animo, si scopriranno vicini, uguali, s’innamoreranno, vorranno incontrarsi, conoscersi, stare insieme e per sempre. Continuo, incessante, interminabile diventerà tra i due lo scambio di e-mail, non ci sarà pensiero, sentimento del quale non si diranno, che non approfondiranno e tramite analisi degne dei più qualificati psicologi. Tutto della loro interiorità, ogni piega, il più semplice risvolto, diventerà motivo di comunicazione, occasione per scriversi.
Un nuovo, originale modello di romanzo epistolare può essere considerato il libro di Glattauer ché nuovo è il modo che lo scrittore usa per scriverlo, nuovi i mezzi che i suoi personaggi usano per parlare. Nuova è la situazione che si crea e che porta i due a godere di un rapporto soltanto scritto, soltanto pensato, a volerlo soltanto così ed a rinunciare ad incontrarsi, a conoscersi per paura che questo possa rovinare l’idillio che stanno vivendo. Dell’idea che ognuno si è fatta dell’altro si sentono entrambi appagati, grazie ad essa s’immaginano i migliori, i più belli e non vogliono che quest’incantesimo finisca, non vogliono che la realtà lo rovini.
Finirà tutto, però, e per quei motivi che ogni volta che s’inseguono i sogni ci si dimentica di valutare, per quelle ragioni che inesorabilmente giungono dalla vita, dalle sue richieste, dalle sue regole.
Suggestivo, affascinante rimane, tuttavia, il modo con il quale Glattauer è riuscito a fare di un argomento così antico quale quello dell’amore la trama di un romanzo così moderno. Sorprende una scrittura così capace di curare i particolari, così chiara e precisa da far apparire possibile, vera una vicenda soltanto inventata.
E’ difficile ottenere tanto con un’operadi solo pensiero, priva di azione, è difficile costruire senza materiali.
Glattauer ce l’ha fatta!
Antonio Stanca, 27 ottobre 2017
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