di Antonio Stanca –

Max Solinas è nato a Venezia nel 1963. Ha frequentato corsi di disegno, è stato allievo dello scultore Silvano Ferretti e ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti della sua città. Da tempo si è stabilito in un atelier a Cison di Valmarino, un borgo veneto, in un ambiente tutto naturale a ridosso delle Dolomiti. Con lui c’è la lupa Arja e uniti sono nell’operazione che il Solinas persegue da anni, quella di scoprire, conoscere la natura, aderire ad essa, identificarsi con essa, farne la propria ragione di vita, la propria arte. Scultore delle montagne, Solinas è convinto che quella della natura sia un’arte superiore ad ogni altra, che la si impari vedendo, percorrendo, praticando la natura e che porti al miglioramento, al perfezionamento di se stessi. Gli ambienti delle montagne, dei boschi sottostanti, il loro fascino, la loro suggestione, l’immagine del nudo corpo femminile che come la natura è espressione di bellezza pura, di perfezione, saranno i motivi delle sculture in legno del Solinas. Di esse sono esposti molti esemplari in molti musei del mondo. Documenti, testimonianze sono di temi diventati unici, di uno stile diventato inconfondibile perché mirato a raggiungere l’essenzialità delle forme, ad eliminare il superfluo. Anche questa tendenza è venuta allo scultore da quella natura che tende a liberarsi, pulirsi di ciò che non serve. E non solo opere di scultura gli ha suggerito la sua vita tra i monti ma anche di scrittura. Anche romanzi ha scritto Solinas ed anche qui ha detto di situazioni, vicende che si svolgono in montagna, che nella montagna trovano la loro spiegazione. Il lupo e l’equilibrista, pubblicato nel 2019 da Garzanti ed ora riproposto da GEDI, è uno di questi.

Protagonista è il giovane Chris, rimasto senza genitori quando era ancora giovane e da poco rientrato in Italia, nel suo paese di montagna, dalla California. Aveva svolto un lavoro che gli stava facendo perdere quelle qualità che gli erano derivate da una vita vissuta in ambienti naturali, all’insegna della semplicità, della spontaneità, della fiducia, dello scambio. Erano principi, valori che avevano fatto parte della sua formazione, erano insiti in lui, gli erano provenuti dalla famiglia e da tutto quanto gli era stato intorno, persone e cose, piante e animali, montagne e boschi. Era una vita allo stato puro quella che stava perdendo in California e che ora intendeva recuperare perché l’unica che considerava a lui idonea. Per farlo aveva bisogno d’immergersi nei boschi, di fare l’esploratore. Glielo aveva consigliato la sua compagna Francesca, che in quel paese di montagna viveva e aveva atteso che tornasse dall’America. Era la veterinaria del posto e aveva in cura un lupo che pure a causa di una vita diversa da quella naturale, a causa di quanto gli era stato imposto di fare in un circo era finito in uno stato di abbandono, di rifiuto, dal quale non riusciva a liberarsi. Per il lupo e per Chris Francesca indicherà la soluzione dei loro problemi in una ripresa del rapporto con la natura, in un viaggio, un percorso da compiere nei boschi intorno alla montagna, un contatto da cercare con le piante, gli animali, le acque, le luci, i colori di quei posti. Per stare bene dovevano tornare ad essere se stessi, dovevano tornare alla propria vita che era quella della natura. Non sarà facile, per Chris e il lupo, stare insieme, diventare amici ma ce la faranno. Inizieranno ad addentrarsi nei boschi tramite quel “sentiero della montagna” che tante sorprese, tante esperienze, tante avventure avrebbe riservato loro. Ma li avrebbe pure salvati da quanto li stava rovinando, sarebbero rientrati tra le loro cose, nel loro spirito. Anche a scolpire avrebbe ripreso Chris in quella bottega del nonno dove aveva cominciato da bambino. La pienezza, la totalità della loro vita avrebbero ritrovato, se le sarebbero scambiate ché di natura erano fatte per entrambi, di tutto quanto era natura vera, autentica, incontaminata.

Una favola è questo romanzo, come nelle favole insieme stanno le persone, gli animali, le piante e tutto il resto, gli stessi intenti hanno, la stessa vita.

È la favola che il Solinas vive con la sua lupa tra le sue montagne!

Antonio Stanca