Su “Io, te e il mare” di Marzia Sicignano
di Antonio Stanca –
Lo scorso Febbraio, presso Mondadori Libri con illustrazioni di Regards Coupables, è uscita un’edizione speciale del romanzo Io, te e il mare di Marzia Sicignano. Risale al 2018, è il primo della scrittrice che, non ancora trentenne, ne ha scritti altri quattro. È nata a Scafati, in provincia di Salerno, nel 1997. Qui è cresciuta, ha studiato, qui vive e quando aveva ventuno anni scrisse Io, te e il mare che fu un bestseller in Italia ed ebbe una traduzione in lingua spagnola. Il titolo è anche quello della pagina Instagram dove la Sicignano scrive poesie. Insieme agli altri romanzi anche questo si compone di brani in prosa e in versi, anche questo dice di un caso di vita, di vita femminile, quello di una donna giovane che si sta formando, sta maturando, che parla di sé, si narra da sola. La scrittrice, nelle sue opere, raccoglie, riporta quanto giovani donne pensano, fanno, dicono. Della loro vita, di una particolare loro esperienza esse parlano, molti sono i pensieri che le attraversano, i propositi che nella circostanza le muovono, simili ad interminabili confessioni sono le loro. Non c’è sosta, si confidano, si rivelano, parlano in continuazione perché bisogno hanno di farlo, non riescono a tacere, non sono cose che possono omettere e la Sicignano di tutte quelle cose fa i suoi romanzi. Ognuno riguarda un momento, un evento, una fase della vita di quelle donne, ognuno fa sapere quanto non si pensava che potesse accadere. Sembra di sentire, di partecipare, non c’è limite al loro travaglio, al processo dei loro pensieri, dei loro sentimenti, dei loro discorsi, a quanto la Sicignano attribuisce loro, a quanto avviene nel loro animo. Anche del loro corpo dicono, anche di problemi esterni, quelli della casa, della famiglia, del lavoro, dei rapporti con gli altri, ma i problemi dello spirito sono i più gravi, quelli che le agitano di più. Risultano fondamentali nella vita delle donne, specie delle più giovani: è la constatazione che si ricava dalle opere della Sicignano. La prima, Io, te e il mare, è impegnata a far sapere come ci si innamora, come si inizia, quando ci si incontra, ci si ritrova, ci si frequenta e come può succedere che si finisca. A dirlo è una giovane donna, una ragazza che sta finendo le superiori e che ha cominciato a frequentarsi con un compagno di scuola suo coetaneo. Lei aveva sempre sofferto di incomprensioni, di esclusioni, di solitudine. Era vissuta col padre soltanto e difficile le era stato trovare una collocazione in casa. Anche al ragazzo non era mancati i problemi ed il loro incontro, il loro amore pareva dovesse aiutarli a risolvere le difficoltà che fino allora si erano accumulate per entrambi. Amarsi doveva essere la loro liberazione, la loro salvezza e così stava succedendo. In ogni momento, con ogni parola, con ogni scambio assaporavano un simile piacere. Niente sembrava intimidirli, non pensavano mai ad una possibile fine della loro felicità. Ma anche questa sarebbe giunta ed in breve. Quando, dopo la maturità, lui si era spostato per motivi di studio il loro rapporto si guasterà e niente servirà a salvarlo neanche l’affetto che da parte di lei non era mai cessato. Non aveva mai smesso di dichiararlo come del resto non aveva mai finito di parlare di tutto quanto era avvenuto tra loro. Come nelle altre opere della Sicignano anche in questa era stata la donna a parlare, a far sapere tutto. Infinito era stato il suo discorso. La scrittrice l’ha riportato, ha mostrato una donna che non si accontenta mai di riferire, che con le parole identifica la sua vita. Le rimanevano solo quelle, erano richieste dal suo caso e di quel caso la Sicignano ha fatto un romanzo, della vita ha fatto letteratura.
Antonio Stanca
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