di Raffaella Verdesca – All’ombra di sua maestà il Carrubo, la memoria del ragazzo di ieri, Rocco Boccadamo, si adagia come un tempo a svolgere i compiti di una scuola non più fatta di banchi e cattedra, ma di un’infanzia, di un’adolescenza e di una giovinezza alunne e complici della Vita.
Un rigo dopo l’altro, si delinea una raccolta di racconti e suggestioni che superano i confini temporali sfumando il passato in un eterno presente.
Sulle pagine bianche dello scrittore si riaffacciano visi, storie e personaggi che hanno scandito l’esistenza del medesimo, sempre riscaldata dal sole dell’ottimismo, dei buoni sentimenti e della fantasia anche nei momenti più bui.
Nonostante la descrizione di luoghi, nomi, date e circostanze sia dettagliata, chi legge coglie la straordinaria capacità di Boccadamo di far rivivere non solo i borghi, le strade e i meravigliosi paesaggi salentini natii, ma di sentire addirittura il respiro del padre, della madre, dei saggi anziani del paese, de ‘li mesci’ (maestri/e) e dei semplici, perché va proprio alla Semplicità lo scettro delle narrazioni di Boccadamo.
Conosciamo le pareti delle case, ma viviamo nella Natura, tra i filari di querce, dolcemente legati all’incanto dello scorcio dell’Acquaviva, vicino a Castro, rada dalle mille sfumature di azzurri e ricordi.
Manteniamo le tradizioni, ma grazie agli scritti dell’autore marittimese le viviamo dal di dentro, ed è forte l’emozione di sentire il nome ‘compare’ e ‘comare’ rinsaldare i rapporti fra conoscenti innalzandoli a legami di sangue.
Lo stesso Rocco, padrino di numerosi battesimi e cresime in paese, si ritrova così a vivere la sua Marittima come una famiglia allargata in cui tutti conoscono tutti e verso tutti hanno attenzioni e riguardi.
Il sudore della vita contadina di gente come Luca, cugino del nonno di Boccadamo stesso, si mescola all’ansia e all’entusiasmo del giovane bancario Rocco che presta la sua intelligenza ai sogni e proprio grazie a questi fa carriera, viaggia, conosce, ricorda e si emoziona ogni volta che guarda al passato con la devozione di un amante.
Il presente lo accompagna passo, passo, in ogni giro di penna e di vita, laddove c’è da tirare le orecchie alle politiche sociali, amministrative e governative di oggi e di ieri, o dove c’è da amare la vita in ogni sua veste e sfaccettatura con gli occhi del bambino di sempre.
Leggere “Luca e il bancario” vuol dire guardare dentro di sè con la certezza di trovare la scintilla che illumina l’IO incorrotto, l’IO puro e pensante che si ricongiunge al Creato delle piccole cose, le stesse che fanno grande un uomo.

Raffaella Verdesca – scrittrice e critica letteraria