di Antonio Stanca_

Nel 2018 sono uscite, allegate al “Corriere della Sera”, le opere che compongono la serie intitolata “Storia d’Italia” e che Indro Montanelli, insieme ad altri autorevoli giornalisti e studiosi, aveva scritto negli anni precedenti. Tra quelle opere c’era stata L’Italia della Repubblica (2 Giugno 1946-18 Aprile 1948) di Indro Montanelli e Mario Cervi. Due giornalisti di rilievo, d’indiscussa notorietà, si erano impegnati a ricostruire uno dei periodi più controversi, più complicati della storia italiana. Come la prima pubblicazione anche questa aveva suscitato molto interesse, era stata ben accolta dal pubblico dei lettori che da essa si era visto aiutato a sapere, a capire di più circa quanto era successo nell’Italia di quegli anni, circa gli avvenimenti, i personaggi che c’erano stati, si erano mossi oltre a quelli generalmente noti.

È strano ma la storia, in particolare la più recente, risulta ancora poco conosciuta, meno di quella antica, e questo spiega come certe opere abbiano successo. Si aggiunga la forma espressiva che con questi autori è molto chiara, molto scorrevole, molto simile al parlato e si spiegherà ancora meglio il fenomeno. Montanelli e Cervi, morti il primo nel 2001, il secondo nel 2015, hanno lavorato per testate importanti, sono stati inviati speciali, hanno mostrato fin dalle prime prove di essere animati da uno spirito, da un intento di divulgazione che superava ogni altro interesse, da una volontà di essere i banditori di quanto veniva a loro conoscenza, di quanto pensavano e di volerlo fare tramite i mezzi, i modi più semplici, più facili.
È il vero giornalismo, quello che vuol fare della sua una comunicazione rivolta a tutti, non la vuole considerare un privilegio personale. A questi principi si sono ispirati Montanelli e Cervi sia per i contenuti sia per la forma della loro scrittura, a questa funzione civile, sociale hanno voluto adempiere con essa.

Ne L’Italia della Repubblica i due autori dicono, quindi, di avvenimenti della recente storia italiana: il 2 Giugno 1946 un referendum istituzionale stabilisce la vittoria della Repubblica sulla Monarchia; contemporaneamente le elezioni a suffragio universale per l’Assemblea Costituente vengono vinte dalla Democrazia Cristiana; il 25 Giugno dello stesso anno viene proclamata la Repubblica Italiana; il 22 Dicembre del 1947 avvengono l’approvazione e la promulgazione della Costituzione della Repubblica Italiana che entrerà in vigore il 1° Gennaio del 1948; il 18 Aprile di quell’anno alle elezioni politiche la Democrazia Cristiana trionfa sul Socialismo e sul Comunismo.

Sono stati avvenimenti importanti, decisivi, fondamentali per l’Italia, l’hanno formata, definita come Nazione, le hanno procurato un’identità, una posizione nel contesto internazionale. Naturalmente si sono combinati con altri avvenimenti interni ed esterni al nostro Paese, con la politica, l’economia, la storia anche straniera: era finita da poco la seconda guerra mondiale, gravi erano le conseguenze che aveva provocato nei paesi sconfitti, erano in corso trattati di pace tra vincitori e vinti, si stabilivano le zone d’influenza tra superpotenze come la Russia e l’America, si cercavano nuove alleanze, si creavano nuove ostilità tra politici se non tra stati, si voleva stare insieme ma non si voleva rinunciare alle proprie ambizioni o prerogative, si pensava, si procedeva a nuove sistemazioni dell’Italia, dell’Europa, del Mondo. In Italia più che altrove la situazione era grave dal momento che coesistevano, agivano personaggi, movimenti politici, interessi di diversa provenienza e formazione: mentre si verificavano gli importanti avvenimenti dei quali si è detto succedevano pure tanti altri che a quelli spesso erano d’ostacolo, che faticosa rendevano la loro realizzazione. Tanto, tantissimo succedeva nell’Italia del periodo trattato nel libro: c’erano residui del fascismo, di Salò, che si scontravano apertamente e a volte sanguinosamente con le avanzanti forze comuniste di derivazione partigiana o altra, c’era una condizione di povertà, di miseria, che promuoveva ogni forma di violenza privata e pubblica, c’era confusione, sbandamento e intanto l’Italia era una nazione che rientrava tra le mire espansionistiche russe e americane, che intratteneva rapporti, scambi con l’estero, che stipulava trattati con altri stati. Da una parte una fragilità vissuta, patita, dall’altra un aspetto esteriore da mostrare sicuro, deciso: tra questi e altri estremi si erano trovati i nostri politici di allora ed i loro partiti, Alcide De Gasperi e la Democrazia Cristiana, Pietro Nenni e il Socialismo, Palmiro Togliatti e il Comunismo per dire dei più noti.Infinite saranno le vicende, le circostanze, le situazioni che attraverseranno, infiniti i travagli, i rapporti, i collegamenti che vivranno, i segreti loro propri e di pochi altri, quei segreti che nessuno ha mai saputo e che solo due testimoni come Montanelli e Cervi potevano conoscere. I due hanno vissuto quei momenti, di tutto quanto è avvenuto sono stati spettatori, di tutto questo hanno scritto in un libro che diverso è da ogni altro libro di storia. Lo è per il valore di testimonianza diretta, per la ricchezza dei particolari che contiene e per come li espone, per la maniera colloquiale che usa e cherende vicini, familiari eventi, personaggi sempre considerati lontani, inaccessibili.

Molte le qualità di questo e degli altri libri della serie “Storia d’Italia”. Fanno pensare a quanto sarebbe utile una loro diffusione presso i giovani di età scolastica.

Antonio Stanca