Marcello Fois e la sua Sardegna
di Antonio Stanca
“Nuova letteratura sarda” è la corrente letteraria alla quale appartiene lo scrittore Marcello Fois. Nato a Nuoro nel 1960, si è laureato a Bologna nel 1986 e dal 1989 ha cominciato ad applicarsi nella scrittura narrativa. Passerà poi alla sceneggiatura televisiva e cinematografica ed infine al teatro. Non smetterà, però, di scrivere romanzi e racconti per i quali otterrà molti riconoscimenti e molte traduzioni.
La Sardegna sarà un luogo, un tempo, un tema che ritornerà nelle sue opere. Fois vi si dedicherà come se trattasse di una terra particolare, diversa, e volesse mostrarla, rivelarla dopo che per tanto tempo è rimasta nascosta. In verità è questo il destino che la storia riserva alle aree periferiche o isolate di una nazione, alle forme diverse di una società, di una vita, di una cultura, di un’arte. Pertanto riscattare, riabilitare quanto è stato oscurato è il proposito principale di “nuova letteratura sarda” e dei suoi autori.
Fois ha sessant’anni, vive a Bologna e l’ultima sua opera narrativa, il romanzo Pietro e Paolo, è di quest’anno ed è stato pubblicato da Einaudi nella serie “Supercoralli”.
Lo scrittore dice della vita di due ragazzi nella Sardegna del secolo scorso: Pietro, figlio di povera gente, e Paolo, di famiglia ricca, che si è arricchita con la lavorazione e il commercio del formaggio e che tra i suoi dipendenti ha pure i familiari di Pietro. Paolo è di poco più avanti negli anni ma i due crescono, vivono, stanno quasi sempre insieme. Pietro frequenta il palazzo di Paolo a Nuoro e qui a volte si ferma anche la notte. Anche Paolo cerca Pietro nella sua casa che non è lontana dalla città. A volte Pietro nel palazzo segue le lezioni che i precettori impartiscono a Paolo e molto impara da esse. Stanno insieme in casa e fuori dove si avventurano tra gli alberi dei boschi, le acque dei torrenti, i dirupi delle montagne, dove si muovono tra le case, le capanne, le persone, gli animali, la vita della Sardegna più selvaggia. Anche i familiari sanno delle loro frequentazioni, della loro amicizia e niente sembra possa guastarla. Intanto i ragazzi crescono, arrivano ai primi anni del ‘900, quelli della prima guerra mondiale. L’eco di quanto sta avvenendo sulle montagne del Carso giunge anche lì, in Sardegna. E vi giunge pure una cartolina-precetto per Paolo: stanno richiamando quelli di una certa fascia d’età, devono partire per il fronte. Ma Paolo è debole, timido, è cresciuto tra infinite attenzioni, tra molti privilegi, si teme per lui, non si capisce come possa fare il soldato. Ancora una volta il problema sarà risolto dal ricco e potente padre che quasi costringerà Pietro ad arruolarsi come volontario, a partire con il figlio. Penserà lui a farli stare insieme anche da militari affinché Pietro provveda ai bisogni di Paolo, copra le sue debolezze, risolva le sue incapacità. Pietro lo farà ma non potrà evitare quanto dipende da situazioni, persone a loro superiori, da chi comanda. Non potrà evitare che Paolo rimanga mutilato e che lui cerchi la salvezza disertando. Non sarà capito, sarà accusato, cadrà in disgrazia, finirà il rapporto tra i due, nemici si ritroveranno quando, tornati dal fronte, divisi staranno ognuno nella propria casa. L’ultimo incontro avverrà a Nuoro nel palazzo di Paolo. Paolo aveva fatto circondare la casa da uomini armati, aveva programmato di far uccidere Pietro, ancora credeva di essere stato abbandonato, tradito quando erano stati militari, ma niente avverrà di quanto aveva preparato e il romanzo si concluderà lasciandoli lontani, ognuno tra le proprie cose, nei propri posti.
È stato un percorso lungo il loro, un percorso che ha permesso al Fois di far vedere come si stava, si viveva, cosa si faceva, si pensava in quella Sardegna del primo Novecento dove solo le case dei ricchi disponevano della corrente elettrica o dell’impianto idrico. Mediante Pietro e Paolo lo scrittore ha mostrato condizioni di vita diverse: quella dei poveri, la più diffusa, e l’altra dei ricchi. Questi a volte si erano arricchiti clandestinamente come appunto avevano fatto i familiari di Paolo e come farà lo stesso Pietro. E tanto altro si sa della Sardegna leggendo il romanzo, si capisce come nell’isola ci sia ancora molto passato, come le sue valli, i suoi boschi, i suoi fiumi, i suoi mari siano ancora così carichi di leggende, come estranei ci si senta in Sardegna rispetto a quanto accade nel continente, come ancora da soli si pensa di poter regolare i propri conti.
Niente sembra sia finito nella Sardegna di Fois, l’antico sta con il nuovo, il passato con il presente, e per lo scrittore ogni opera è buona per ricordarlo!
Antonio Stanca
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