L’esistenzialismo di Rina Durante
Mauro Marino
“La Malapianta” di Rina Durante, (premio Salento 1964), ristampato da Zane editrice nell’ambito del progetto “Rina Durante il mestiere del narrare”, sarà presentato da Massimo Melillo e Antonio Lucio Giannone, mercoledì 25 giugno al MUST di Lecce alle 19.00.
***
Rina Durante, si definiva una raccontatrice, e noi, una raccontatrice, ce la figuriamo come una persona capace di sguardo, di accoglimento. Antropologa per “necessità”, era anche la Rina, cercatrice di storie per meglio restituire l’immagine di una terra – la sua, la nostra – desiderosa (ancora adesso) di riscatto.
Figura creativa, larga nel suo operare, capace di profondità e di leggerezza era Rina Durante. L’ironia, lo strumento con cui viveva e mediava il suo rapporto con il Mondo e con gli altri: il disincanto, per meglio scavare – spogliare – la Vita e raccontarla, per fare che la piccola storia diventasse Storia. La Cultura come scelta di campo, una scelta politica per dare lingua e soggettività critica alle persone, ai miseri, agli affamati del “salentino, una delle terre più lontane d’Italia: non tanto per distanza dai centri d’irradiazione storica, quanto per una sorta d’indipendenza della sua gente, del modo di essere e di pensare” così è scritto nell’aletta di copertinanell’edizione del 1964 de “La Malapianta” uscita da Rizzoli.
La letteratura, la musica, il teatro, il cinema, per allenare gli occhi e dare luogo alla commozione che dallo sguardo sorgeva a far guida. Provate ad immaginarlo il nostro Salento negli anni Cinquanta… meglio, andatelo a leggere, andatelo a cercare, provate a sentire Teta, sua moglie, i loro tanti figli ne “La Malapianta”.
L’opera di Rina resiste, esiste e va riletta, divulgata per meglio comprendere e porre argine alla deriva che coglie questo Salento dimentico di se stesso, tradito, oltraggiato, (forse) irrimediabilmente consumato. Oggi grazie alle edizioni Zane di Annalisa Montinaro e a Lucio Antonio Giannone possiamo riavere tra le mani “La Malapianta” scorrerlo con gli occhi e leggendo far suonare in noi il raffinato stile narrativo di Rina.
Nella puntuale analisi testuale offerta da Lucio A. Giannone de “La Malapianta”, scopriamo una Durante “esistenzialista” nel descrivere il mal d’animo dei poveri, che nella loro autocoscienza monologante danno voce alle inquietudini di quelle classi subalterne che il Tempo Moderno ha spazzato via con le grandi migrazioni e con l’assoggettamento alla televisione.
Di queste trasformazioni Rina Durante ha scritto, la violenza di queste trasformazioni ha denunciato, senza mai proporre la fuga ma al contrario proponendo e rinnovando lo scavo del suo sguardo.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.