Le donne di Rosella Postorino
di Antonio Stanca –
Al 2018 risale Le assaggiatrici, romanzo di Rosella Postorino che quest’anno è stato ristampato dalla Feltrinelli nella serie “Universale Economica”. Molti premi ha vinto l’opera, in molte lingue è stata tradotta e la regista Cristina Comencini ha in programma una sua riduzione cinematografica.
La Postorino è nata a Reggio Calabria nel 1978, è vissuta a lungo in Liguria e nel 2002 si è trasferita a Roma. Al 2007 risale La stanza di sopra, il romanzo col quale ha esordito come scrittrice. Pure quell’opera era stata premiata e pure le altre che seguiranno lo sarebbero state. Già allora la scrittrice si era mostrata attenta ai problemi vissuti dalla donna nei tempi moderni e nella storia, interessata a rilevare i pericoli ai quali è esposta sin da bambina, orientata a farne un tema importante in ambito letterario, un argomento sul quale tornare. Sarebbe tornato, infatti, in tutte le sue opere e, insieme alle capacità d’indagine dell’animo umano ed alle doti espressive della Postorino, avrebbe fatto di lei una scrittrice nota e seguita.
In Le assaggiatrici dieci sono le donne protagoniste. Provengono da famiglie umili, alcune sono ragazze, altre giovani, altre appena sposate, altre lasciate. Risiedono tutte a Gross-Partsch, un villaggio della Prussia Orientale presso uno dei quartieri generali di Hitler. Nell’autunno del 1943, quando le sorti della guerra volgevano male per la Germania, sono state selezionate dai tedeschi e destinate a lavorare come “assaggiatrici”, a mangiare, cioè, tre volte al giorno i pasti destinati ad Hitler per assicurarsi che non fossero avvelenati. Il compenso sarebbe stato di duecento marchi al mese e volentieri avevano ubbidito date le loro difficili condizioni economiche.
A quanto successo veramente a Margot Wölk, assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf, la Postorino si è ispirata per costruire una vicenda così ampia, così articolata come quella contenuta nel romanzo. Tra le giovani protagoniste di questo sarà Rosa Sauer ad acquistare il rilievo maggiore perché la sua storia avrà molti risvolti, si arricchirà di sempre nuovi particolari, sarà vissuta in modo più appassionato, più pericoloso, più estremo. Dopo un anno di matrimonio, il marito Gregor l’ha lasciata per andare in guerra. Rimasta sola, Rosa si è spostata presso i suoceri a Gross-Partsch e qui è stata reclutata dai tedeschi per fare l’assaggiatrice. È diversa dalle compagne di lavoro, è più disposta verso l’esterno, più pronta, più decisa a rischiare per stare meglio, per fare del bene ma questa attitudine le tornerà contro, le procurerà molte delusioni, sola la farà rimanere ad ogni tentata esperienza compresa quella del rapporto clandestino con un ufficiale tedesco. Per lui aveva tradito Gregor e da questi pure era stata lasciata dopo che, tornato dalla guerra, avevano ricominciato a stare insieme. Con l’immagine di Rosa che, rimasta definitivamente sola, cerca un tavolo alla mensa di un ospedale si conclude il romanzo della Postorino. Intanto la scrittrice ha pure detto delle altre, di tutte le compagne di Rosa, della storia vissuta da ognuna tra l’interno e l’esterno, tra l’ambiente di lavoro, dove sono continuamente controllate se non maltrattate dai tedeschi, e la loro vita quali figlie, fidanzate, mogli, madri, amanti e altre situazioni. Ovunque la scrittrice le mostrerà esposte a rischi, abusi, pericoli, sempre divise le farà vedere tra quanto avevano pensato, creduto, sognato e quanto accaduto, sopportato, vissuto, tra scelte, decisioni mai diventate definitive.
Ancora una volta è la donna della Postorino il tema de Le assaggiatrici, la donna inquieta, indecisa,incapace perché vittima di un mondo che non le appartiene e contro il quale può anche lottare ma senza riuscirci. Ne sono prova le dieci donne del romanzo. Testimoni sono di un problema eterno del quale la scrittrice è una delle voci più impegnate, più partecipi.
Antonio Stanca
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