La Sardegna di Niffoi
di Antonio Stanca –
È nato a Orani, in provincia di Nuoro, nel 1950 e qui vive. Si è laureato in Lettere presso l’Università di Roma e fino al 2006 ha insegnato nella scuola media. Si chiama Salvatore Niffoi ed è autore di romanzi generalmente ambientati nella sua Sardegna se non nella Barbagia, la regione della sua nascita e residenza.
Il primo romanzo risale al 1997 e s’intitola Collodoro ma molti altri sono venuti dopo e sia nei contenuti sia nell’espressione linguistica Niffoi ci tiene a far sapere quanto accade di reale e d’immaginario in Sardegna, cosa si pensa, come si parla, come si vivein quest’isola. Il linguaggio delle sue opere è sempre composto d’italiano e di sardo poiché così allo scrittore sembra di essere autentico, di non tradire quelle verità delle quali vuole testimoniare. Anche la lingua, secondo Niffoi, deve servire a rendere nella sua verità quanto si sta rappresentando. E’ parte di questo e non può essere trascurata od omessa.
Nel 2006 col romanzo La vedova scalza Niffoi vinse il Premio Campiello e si può dire che d’allora sia diventato uno dei maggiori rappresentanti della Nuova Letteratura Sarda.
Esempio tra i migliori della sua attività narrativa è il romanzo Il venditore di metafore del 2017 che ora è stato ristampato da Giunti Editore, Firenze, nella collana “Le Chiocciole”.
L’opera riprende un tema piuttosto tradizionale, quello del cantastorie, ma lo sviluppa in modo da ricavare un esempio moderno di un modello antico. Niffoi immagina che in un paese della Barbagia, devastata dalla Carestia Manna e da un’invasione di cavallette, un certo Agapitu Vasoleddu, di origini poco chiare, dopo aver perso il poco che aveva abbia deciso di viaggiare tra i piccoli paesi del posto e di raccontare storie vere o inventateper attirare l’attenzione della gente e venire ricambiato in qualche modo. Per i viaggi avrebbe usato un carro tirato da due buoi e per il resto si sarebbe adattato alle diverse circostanze.Si sarebbe mantenuto con quanto, di offerte, di compensi, gli sarebbe giunto per le sue esibizioni. Matoforu, “venditore di metafore”, sarebbe stato soprannominato e dopo qualche tempo la sua fama avrebbe superato i confini della Barbagia e si sarebbe estesa a tanta parte della Sardegna. Era atteso in molti paesi, piaceva il suo modo di narrare, sapeva soddisfare i gusti, gli interessi più diversi. Da lui la gente voleva sapere, voleva imparare. Erano tanti, infiniti gli argomenti dei quali diceva, le storie che riportava o costruiva e per ogni pubblico riusciva ad avere la più idonea. Storie di amore e di odio, di virtù e di vizio, di vero e di falso, di giusto e d’ingiusto, di bene e di male, di tutto quanto aveva fatto e facevaparte della vita, della storia di quella terra.
Uomini, donne, bambini, piante, animali, montagne, boschi, fiumi, case, paesi, luoghi, tempi passati, presenti, ogni cosa della Sardegna sarebbe diventata argomento del suo narrare, sarebbe stata apprezzata, ammirata e compensata nel migliore dei modi
Così viveva ormai da anni Matoforu quando, all’improvviso, i carabinieri lo avevano fermato e obbligato a smettere con quel lavoro poiché, secondo loro e i loro superiori, disturbava la quiete pubblica. Gli avevano pure sequestrato il carro, i buoi, il cane, i viveri e Matoforu si era trovato a piedi e senza niente. Avrebbe, tuttavia, continuato a raccontare storie ma nel chiuso delle case, delle chiese o di altri posti. Sarebbe stato ancora ascoltato ma vecchio era diventato ormai e tempo era che finisse di fare il cantastorie anche perché non reggeva più il suo corpo alla fatica dei tanti viaggi a piedi. Raggiungerà comunque la donna da lui sempre desiderata, scoprirà che anche lei è invecchiata ma nonostante tutto decideranno di stare insieme, di finire insieme la loro vita. Così quella di Matoforu diventerà un’altra delle tante storie da lui prima raccontate.
Abile nella costruzione del romanzo è stato Niffoi, sempre nuovo nei contenuti delle storie presentate dal suo Matoforu, sempre originale nelle scelte linguistiche. La Sardegna viene dallo scrittore proposta ad un’attenzione più ampia, risulta degna di un interesse maggiore. Una scoperta diventa la sua storia, la sua vita grazie a quanto, a come scrive Niffoi.
Antonio Stanca
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