di Giuseppe Pascali –

Bizzarri personaggi si aggirano per le strade di Oppido Tralignano, immaginario paese del meridione d’Italia in cui si dipanano divertenti e fantasiose vicende. Gioca con la fantasia questa volta Paolo Vincenti, con il suo nuovo libro I segreti di Oppido Tralignano (Agave Edizioni) dove stravaganti figuri hanno qualcosa da raccontare al lettore, tutti accomunati da una sorta di insoddisfazione, alcuni anche dotati di super poteri, che si presentano con storie che toccano il fantasy, il noir e sconfinano nella parodia. Si tratta di un romanzo breve diviso in episodi dove spesso si fa riferimento e si citano alcuni personaggi dei fumetti, della TV, della musica leggera ma senza tralasciare la vena classica dell’autore che lo porta a strizzare l’occhio alla mitologia greca e latina. Copertina e titolo si presentano in maniera inquietante, e fanno da prologo ai misteri che si celano dietro quei riquadri che propongono figure da fumetti horror. Scrive Paola Bray nelle note di lettura: «Gli ingredienti di una creazione capace di sollecitare e solleticare la curiosità del lettore ci sono tutti e, entrando in medias res, ci immergiamo nel bizzarro mondo del Caffè Barbarino dove si incontrano gli stravaganti abitanti di un luogo immaginario, ma non troppo, mentre “la città si collassa nel caldo dell’afa di luglio, fra bestemmie e avemarie, nel diapason del meriggio”.

È l’inizio di un romanzo strutturato in una sorta di RingKomposition, in cui nel solito Caffè Barbarino che sta “tra una torre merlata e il lungo portico del centro”, si conclude questa breve ma densa opera di Paolo. “Naturalmente in paese ci si sbizzarrisce a formulare le più stravaganti teorie” sui torbidi delitti che attirano tanti turisti dell’orrore. Colpisce innanzitutto la cura delle parole con cui l’autore descrive magistralmente luoghi, personaggi, situazioni». Curiosità e suspence accompagnano il lettore per le 82 pagine di cui si compone il libro narrando storie sospese tra realtà e paradosso. Capita quindi di imbattersi nella bella Irene, disposta a concedersi senza ripensamenti a chi può esserle utile, esempio di cupo cinismo molto comune tra i giovani e sa mettere a dura prova la debole virtù del professor Abramo Panebianco, uomo di scienza, dopo aver aspirato a diventare pastore di anime come il parroco don Roberto, assiduo frequentatore del Caffè Barbarino, coinvolto in morbose relazioni di cui si mormora in paese, quando è rinchiuso nel suo ufficio «pregusta piacevoli sollazzi». E poi il becco Lele e l’illustre scienziato Michele Morbio, al centro di storie truculente adatte a chi è forte di stomaco. 

Paolo Vincenti, ricercatore, scrittore e saggista vive ed opera in provincia di lecce, molti suoi testi sono presenti su svariate riviste salentine e su molte testate on line. Ha pubblicato, fra gli altri: L’orologio a cucù (Good times)I poeti de L’uomo e il mare, Danze moderne (I tempi cambiano), Agave Edizioni, Di tanto tempo (Questi sono i giorni), Pensa Editore, La bottega del rigattiere (Lupo Editore), Nero Notte. Romanza di amore e morte (Libellula Edizioni), L’una e due (Edizioni La Fornace), L’ombra della madre (Kurumuny).

Giuseppe Pascali