di Antonio Stanca –

Di politica è tornata a scrivere Concita De Gregorio. Stavolta lo ha fatto col romanzo Nella notte, pubblicato nel 2019 da Feltrinelli nella serie “Narratori”.Sembra un thriller tante sono le situazioni oscure, misteriose, tante le atmosfere sospese. Bene è di nuovo riuscita la scrittrice nella costruzione, nell’esposizione dell’opera, nei significati perseguiti.

La De Gregorio è nata a Pisa nel 1963, è cresciuta, ha studiato fino alle superiori nella città di Livorno e a Pisa si è laureata in Scienze Politiche. Ha quattro figli, il marito è il giornalista Alessandro Cecioni.

Già negli anni universitari aveva cominciato a fare giornalismo, prima per testate minori e poi per La Repubblica. Dal 2008 al 2012 sarebbe stata, prima donna in Italia, direttrice del quotidiano l’Unità. Poi sarebbe tornata a La Repubblica dove sarebbe diventata una delle firme più autorevoli. Ha condotto programmi alla radio, in televisione e intanto si è impegnata nella narrativa. Qui ha cominciato con racconti e nel 2006 ha pubblicato il romanzo Una madre lo sa. Come nel giornalismo anche nella narrativa avrebbe ottenuto notevoli riconoscimenti. In entrambe le attività sempre attenta, sempre pronta sarebbe risultata a cogliere, a trattare quanto succedeva nella vita, nella società, nella storia dei tempi moderni, a mettere in evidenza la gravità della situazione che si era creata in seguito alla caduta dei valori morali, spirituali.

Gravi avvenimenti della storia politica recente, in particolare italiana, erano stati oggetto del suo giornalismo, gravi situazioni individuali, collettive della vita quotidianaavevano costituito i contenuti delle sue narrazioni. A volte queste sono diventate indagini, inchieste come era facile che succedesse data la tendenza dell’autrice a denunciare, accusare il malcostume diffuso.

Nella notte è una narrazione che si svolge per molte pagine e che, pur volendo sembrare autobiografica, supera i confini di una vicenda puramente personale e accoglie tutto quanto le accade intorno, si trasforma nella vitadi un paese, di un popolo.

Nora, la protagonista, è una ragazza che sta all’Università di Pisa e “Nella notte” è il titolo della tesi di dottorato che sta preparando. E’ anche quello del romanzo dove si dice che nella tesi Nora si propone di ricostruire quanto successe a Roma durante una famosa notte d’Aprile degli anni scorsi, quando un’operazione rimasta ancora poco chiara, una congiura, aveva impedito che fosse eletto Presidente della Repubblica Italiana il politico previsto, preparato, atteso. Quell’operazione, quella congiura era avvenuta in uno di quei palazzi romani periferici, semiabbandonati. Vi avevano preso parte in molti e c’era stato un morto fatto passare per overdose mentre era per omicidio. Erano storie vecchie, storie passate ma Nora, animata dall’acceso senso di giustizia proprio dei giovani, voleva far luce, voleva sapere la verità. La sua tesi sarebbe stata l’indagine da lei compiuta servendosi dei mezzi più semplici, cercando tra quanti pensava che sapessero dell’accaduto. Sarebbe venuta a Roma per compiere la sua missione e perché aveva accettato di svolgere un lavoro presso un Centro Studi.

Ma quello che aveva creduto un compito facile o almeno possibile si rivelerà molto difficile, molto complicato, impossibile. Lo inizierà, lo condurrà per lungo tratto,si metterà alla ricerca di testimonianze, si avvicinerà alla verità, capirà quasi completamente perché il Presidente previsto non era stato eletto, perché la storia del Paese con un altro Presidente aveva intrapreso un percorso diverso e quanto mai rovinoso, perché c’era stato quell’omicidio ma imparerà pure, durante la sua indagine, quanto si nasconde dietro le apparenze, quante trame, quanti intrighi, quanti compromessi, quanti ricatti,quante altre persone, quanti altri ambienti oltre a quelli politici si muovono nel losco, nel clandestino. Scoprirà Nora quello che non aveva mai sospettato, saprà che la menzogna, il sopruso, la violenza hanno sostituito la verità, la giustizia, la collaborazione, il rispetto e tutto quanto ha sempre fatto parte della vita. Un’altra vita,una vita cattiva, opposta a quella buona, si svelerà a Nora e alla vecchia compagna e amica Alice, che nella parte finale del lavoro le sarà vicina. Le due rinunceranno ad andare oltre, a sapere di altro male, a conoscere altri orrori e penseranno a come fare per risolvere una situazione così dilagante, un problema così esteso. Penseranno a tanti modi per porre rimedio e ne scopriranno uno che consiste nella formazione, nella diffusione, nell’uso di un mezzo di comunicazione aperto a tutti coloro, vecchi e giovani, uomini e donne, persone note e persone comuni, che ancora credono nel bene e vogliono parlare dei suoi vantaggi, vogliono invitare a perseguirlo, a farlo. Apprezzabile è il loro progetto e già agli inizi trova accoglienza e collaborazione ma ancor più apprezzabile è la De Gregorio che nelle sue opere non accenna ad arrendersi, che intende continuare nel suo impegno morale, civile, nella sua volontà di svelare, correggere, combattere quanto di guasto avviene nella vita, nella società, che vuole fare di quello di Nora e Alice l’esempio di un progetto immenso perché utile all’intera umanità.

Così aveva cominciatoquando era ancora ragazza e faceva la giornalista, così ha continuato da scrittrice e questo romanzo lo conferma più d’ogni altro. Conferma pure la sua capacità di compiere acute indagini psicologiche, elaborare profonde riflessioni, stare attenta ai minimi particolari, saper usare in maniera quanto mai duttile una lingua infinitamente ricca.

Non ha mai smessodi sperare che si possa stare meglio la De Gregorio, uno spirito forte, coraggiosoè il suo, con i soli mezzi della scrittura ha pensato di potercela fare!

Antonio Stanca