Benni, una vittoria ottenuta
di Antonio Stanca –
Alla dodicesima edizione, da parte della “Universale Economica” della Feltrinelli, si è arrivati, ad Aprile dell’anno scorso, col romanzo Achille piè veloce di Stefano Benni. L’opera risale al 2003 e come altre dello scrittore bolognese mostra di voler protestare contro i moderni sistemi di vita, contro quanto oggi ha privato l’uomo della sua libertà, della sua spontaneità, della sua moralità, dei valori dello spirito, dell’anima.
Benni è nato a Bologna nel 1947, è cresciuto in campagna e intorno agli anni ’70 ha cominciato a scrivere di narrativa, prima racconti e poi romanzi. Allora ha cominciato pure ad applicarsi in altre direzioni, nella poesia, nel giornalismo, nella televisione, nel cinema, nel teatro. È stato sceneggiatore, regista, attore. Ovunque ha lasciato trasparire quella carica, quella tensione, quella rivolta contro una condizione umana, sociale diventata insopportabile poiché segnata in ogni suo aspetto da interessi concreti, da bisogni materiali, da tutto quanto era sopravvenutoe aveva messo in crisi principi che erano stati fondamentali. Al confronto, che a volte diventa contrasto, scontro tra passato e presente, spirito e materia, fa spesso assistere lo scrittore nei suoi romanzi. E lo fa ricorrendo ad una forma espressiva quanto mai libera, nuova perché ricca di neologismi, di continue invenzioni, di insolite costruzioni, di tante e tali stranezze da riuscire spesso curiosa, umoristica e da far pensare chein tal modo voglia ridurre la gravità del problema rappresentato.
Anche in questo romanzo c’è il confronto tra prima e dopo, tra anima e corpo, anche qui si combatte in continuazione tra i due elementi e si crea una situazione perennemente sospesa.
Si narra di Ulisse, un giovane scrittore che ha già pubblicato un romanzo e lavora presso una piccola casa editrice da tempo in crisi. Suo impegno è quello di valutare quanto alla casa editrice viene inviato da pretendenti scrittori e stabilire se meriti di essere pubblicato. Intanto è pure impegnato a trovare un personaggio, un intellettuale, uno scrittore, uno studioso, una figura autorevole che scriva la prefazioneper una raccolta di racconti che lacasa intende pubblicare. Finora non è riuscitoad esaminare tutti i manoscritti giunti né a trovare un autore per la prefazione. Difficile è pure il suo rapporto con Pilar-Penelope, la giovane e bella immigrata che lavora saltuariamente presso un supermercato, che sta per laurearsi ed ha un permesso di soggiorno non tanto regolare. Tutto, i problemi della casa editrice e la condizione della ragazza, dipende da lui, dal suo impegno, dal suo tempo, dai suoi rapporti in una città mai nominata, tutto lo fa preoccupare, lo fa soffrire, lo mette alla ricerca delle più diverse soluzioni e tra queste lo tiene sospeso. Diventa lui, Ulisse, il simbolo di quella imprecisata condizione umana che è propria dei romanzi del Benni.
Conosce intanto Achille, un altro aspirante scrittore che è molto malato, vive in casa quasi paralizzato, scrive tramite il computer, è assistito dalla madre e non è sopportato dal fratello. Presso di lui, in lui Ulisse troverà quella spiritualità, quella moralità che il mondo modernoha perso. Sarà Achille, in questo romanzo del Benni, a rappresentare l’amore, la fede, la virtù che nella vita, nella storia non ci sono più. Sarà lui l’autore di un romanzo completamente nuovo perché ispirato a questi valori, quello che con la sua pubblicazione risolleverà le sorti della casa editrice ed assicurerà ad Ulisse e a Pilar quella serenità, quel bene che tanto si era fatto attendere.
L’anima aveva vinto sul corpo, lo spirito sulla materia e perché la vittoria fosse definitiva, totale, perché sembrasse merito di Ulisse che tanto si era impegnato, perché il romanzo sembrasse suo, perché finisse di soffrire Achille non avrà paura ad uscire di scena, a togliersi la vita. Un eroe si rivelerà, intatti la malattia aveva fatto rimanere in luii valori che altrove non c’erano.
Così stavolta Benni conclude la sua opera, mostrando di aver fiducia, di credere possibile un recupero, una riabilitazione di quanto sembra perso, finito.
Tante, molte saranno le situazioni delle quali essa si mostrerà composta, lunga, difficile, complicata, carica di imprevisti sarà la vicenda rappresentata ma come altre volte sarà il particolare linguaggio dello scrittore, sarà il significato perseguito a renderla vicina, a farla apprezzare.
Antonio Stanca
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