di Antonio Stanca –

Lo scorso Aprile, nella “Universale Economica” della Feltrinelli, è stato ristampato il romanzo Le sorelle Donguri di Banana Yoshimoto. La traduzione è di Gala Maria Follaco.

Nata a Tokyo nel 1964, la Yoshimoto ha cinquantotto anni ed ha cominciato a scrivere prestissimo, aveva appena vent’anni. A ventiquattro, nel 1988, era già diventata famosa col romanzo Kitchen. Altri ne scriverà, una scrittrice molto prolifica si rivelerà. Nella collana digitale Zoom compariranno suoi racconti. Molto premiata e tradotta sarà. Un caso eccezionale può essere considerato il suo se si tiene conto della ricca produzione che alla sua età le si può allegare, dell’interesse, della partecipazione che i suoi lavori hanno suscitato in Giappone e in altri paesi. Molto attesa, seguita è la Yoshimoto perché facile, chiara è la sua lingua e perché di tutti vuole essere la voce. Di persone comuni, di realtà quotidiane dice, di esse scopre il senso, esse mostra capaci di verità essenziali, di significati, valori importanti. Sono come delle rivelazioni quelle che la scrittrice compie in ogni opera, è come se la vita gliele avesse riservate perché le facesse conoscere. Alla funzione di messaggeri vogliono assolvere i suoi libri, modi di pensare, di fare vogliono diffondere affinché meglio si stia da soli e con gli altri.

Un impegno quasi religioso è quello della Yoshimoto e non poteva non avere successo in un mondo diventato quasi completamente vittima dei cattivi costumi, della contraffazione, dell’alterazione.

In Le sorelle Donguri sono Donko e Guriko, di due anni più piccola, le protagoniste, sono loro “le sorelle Donguri”, quelle che hanno creato un sito di posta telematica al quale scrivono persone afflitte da problemi sentimentali, da tormenti interiori. Ad esse le sorelle rispondono con consigli, raccomandazioni che le aiutino a risolvere le loro pene. Avevano cominciato per gioco ed invece il sito era diventato un vero e proprio punto di riferimento per tante anime perseguitate da tristi pensieri, da brutti ricordi. E ancor più sorprendeva come i suggerimenti delle sorelle in molti casi riuscissero utili, valessero. Succedeva perché era soprattutto la più piccola, Guriko, a darli. Delle due era la più riservata, la più sensibile, la più disposta ad ascoltare la voce del cuore, a coglierne le pur minime inflessioni. Donko era più sicura di sé, più decisa, più capace di agire, era lei a provare con molti ragazzi, a parlare con la sorella delle sue avventure, delle sue uscite. Non amava come questa il silenzio, la riflessione, la vita ritirata, non si concedeva molto ai pensieri solitari, ai ricordi, viveva di quel che capitava, lo cercava. Eppure entrambe venivano dalle stesse esperienze, avevano perso i genitori quando erano ancora bambine, erano cresciute, avevano studiato, erano diventate grandi passando dalle case dei nonni a quelle degli zii. Avevano sofferto gli stessi disagi ma diverse erano riuscite. Dal confronto tra loro nonché da quello con le persone che al loro sito si rivolgono, la scrittrice ricava nel libro gli elementi necessari per pensieri, discorsi volti a far superare una sconfitta, una perdita, a fare della confidenza, della comprensione se non del sogno un mezzo utile per salvarsi da circostanze estreme.

Sarà Guriko la sorella che Yoshimoto mostrerà più capace di cogliere, sentire, trasmettere questi discorsi. Anche lei aveva da liberarsi del dolore di un amore perduto e come per sé così per gli altri i suoi pensieri, i suoi consigli serviranno, faranno guarire dal male provocato da certe situazioni. Saranno così appropriati, così attenti, così intimi, così delicati da riuscire quanto mai convincenti, così capaci di muoversi tra la realtà e il sogno da non far distinguere e ricavarne motivi di persuasione, mezzi di salvezza, di quiete, di pace. Nella mente, nell’anima scoprirà Guriko i suoi discorsi, li porterà alla luce, utili li farà diventare. Non sarà possibile resistere ad indicazioni, assicurazioni tanto vere, confutare una voce tanto sicura. Della voce di una ragazza si è servita stavolta la Yoshimoto per fare l’interprete delle sue intenzioni, dei suoi messaggi, delle sue verità: meglio delle altre volte è riuscita nell’intento di aiutare, salvare chi sta in pericolo!

Antonio Stanca