Donne e giustizia
di Antonio Stanca
La sera di Venerdì 10 Marzo a Sternatia (Lecce) presso il Centro Studi “Chora-Ma”, che è presieduto da Donato Indino e che ha sede nel Palazzo Marchesale “Granafei”, è stata celebrata la “Festa della Donna 2017”.
Da quarant’anni “Chora-Ma” è presente e attivo prima a Sternatia e poi nell’intera area salentina con i suoi programmi di recupero del sostrato linguistico “griko”, di collaborazione e scambio con gli ambienti culturali della vicina Grecia e di promozione di attività culturali e artistiche di vario genere. Molto è stato fatto in tale periodo dal Presidente Indino e dai suoi collaboratori, luogo d’incontri, convegni, dibattiti è diventato “Chora-Ma”. Il Centro Studi ha superato i confini del suo paese, ha esteso i suoi interessi, ha richiamato l’attenzione di altri gruppi di studio, è diventato un punto di riferimento nell’ambito della cultura salentina.
Lo scorso Venerdì, 3 Marzo, di fronte ad un folto pubblico, è stato presentato il libro Una storia diversa di Pietro Battipede, AntonellaRasola e Maurizio Saso. L’edizione originale risale al 2014 ma nel 2015 è stato ristampato per conto della casa editrice Fasidiluna di Bari.
I tre autori sono personaggi di rilievo negli ambienti giudiziari e con quest’opera hanno voluto mettere in evidenza quanto sia importante, da parte dei cittadini, avere un rapporto vicino con i rappresentanti della giustizia, non sentirli estranei e rivolgersi a loro con fiducia quando serve. Nel processo di educazione, di formazione dei giovani dovrebbe rientrare questa maniera d’intendere la giustizia, la scuola dovrebbe insegnare a considerarla un elemento, un aspetto importante della vita, ad avere familiarità con essa. In tal modo si potrebbero evitare tanti pericoli, tanti drammi, si potrebbe aspirare ad una società, ad un mondo più regolato, più corretto, più sicuro.
Anche in occasione della “Festa della Donna 2017” il tema della serata organizzata da “Chora-Ma” è stato quello della giustizia, in particolare delle “Donne in magistratura” (La sensibilità femminile al servizio della giustizia).
In verità quest’anno ovunque, in Italia e nel mondo, la “Festa della Donna” si è trasformata in una serie di manifestazioni di protesta contro quanto ancora oggi viene pensato e fatto nei riguardi delle donne, contro la violenza materiale e morale che viene perpetrata nei loro riguardi, contro la condizione di subordinazione che la donna è spesso costretta a sopportare in casa o nel lavoro, contro i divieti che deve subire, le difficoltà, gli ostacoli che deve affrontare e soprattutto contro la mancanza o la mancata applicazione di norme, di provvedimenti atti a procurare alla donna il rispetto, la dignità che merita, a liberarla dalle gravi condizioni che dopo secoli di storia e di conquiste sociali continuano ad esistere.
La giustizia, della quale si è parlato a “Chora-Ma” durante la “Festa della Donna 2017”, è stata quella rappresentata oggi dalle donne che ne sono diventate protagoniste.
Ha introdotto la serata Elisa Francica che ha condotto pure i vari momenti che si sono succeduti. Centrale è stata la lunga intervista fatta dalla giornalista Silvia Cazzato alla giudice Paola Liaci. I discorsi delle due sono passati dagli anni della formazione della Liaci a quelli attuali che la vedono impegnata nelle mansioni di giudice. Come altre donne che lavorano nel campo della giustizia anche lei, ha detto, si sente carica di molte responsabilità, anche lei è vigile, attenta affinché nessun particolare del caso in esame rimanga trascurato. Molto è il lavoro che svolge prima di giungere ad una sentenza, molti i pensieri che la attraversano. Non è facile, ha continuato, stabilire con certezza, fissare in maniera definitiva gli aspetti, gli elementi che hanno fatto parte di un caso, che lo hanno orientato, lo hanno fatto finire in un certo modo.
Le donne, la loro particolare sensibilità, possono riuscire meglio in tali operazioni, possono cogliere di più. Essenziale, pertanto, è da considerare la presenza, l’azione femminile negli ambiti della giustizia e soprattutto nelle funzioni di magistrato. Una figura nuova è la donna-magistrato e solo vantaggi sono derivati da quando questo è successo.
Sono seguite le poesie cantate in “griko” da Rocco De Santis e dedicate alle “donne di Ulisse”. Altri canti sono stati eseguiti dal gruppo musicale “I Talaretti” ed infine la serata si è conclusa con un momento conviviale e con un omaggio offerto alle signore presenti dal Centro Studi.
Antonio Stanca
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