Viva i pastori sardi sosteniamo la loro lotta
di Luigi Mangia
Nel colore bianco del latte versato dai ponti nella strada San Felice, c’è la storia del lavoro dei pastori; c’è la rapina capitalistica della finanza e dei mediatori; c’è il fallimento del mercato. Quella del latte, è una crisi che si ripete nelle terre del sud. È toccato alle arance della Calabria le quali sono state lasciate marcire sui campi senza essere raccolte; i pomodori nei campi di Vittoria in Sicilia come per i pomodori di Puglia nei campi della Capitanata di Foggia. Per i pastori 60 centesimi di euro non sono sufficienti a coprire i costi di produzione. Il prezzo del loro latte non è stabilito dal mercato, ma dai trasformatori. I pastori devono subire la loro prepotenza, fuori e contraria alle regole del mercato, i pastori non hanno voce nel prezzo. Il latte dei pastori, versato in strada, rappresenta il risveglio del Sud contro la politica che ha perso la memoria del territorio. I pastori sono molto decisi di portare in politica la loro lotta, dicono infatti il 2 febbraio bloccheremo la democrazia. La lotta dei pastori evidenzia il limite della capacità della rappresentanza come esercizio della mediazione di interessi sociali e materiali in gioco nella produzione della ricchezza e della sua distribuzione. L’anello che si è rotto nella lotta dei pastori è quello che il prezzo del latte non è stabilito dai pastori, come dovrebbe essere, ma è subito e quindi imposto dai padroni della filiera del pecorino. Così per le arance come per i pomodori. Il bianco del latte il rosso del pomodoro e il giallo delle arance di Calabria sono i colori di una sola lotta, quella del risveglio del Sud che non è più disposto a subire le leggi di un mercato che divide sempre di più il lavoro dalla terra in favore della finanza e della speculazione. Finalmente a Sud nasce un nuovo pensiero di lotta politica che mette con forza in agenda la crisi della democrazia rappresentativa e quindi la necessità di lavorare per nuovi equilibri della distribuzione della ricchezza. Principio questo ancora più necessario data la differenza tra ricchi e poveri, causa anche delle grandi migrazioni di interi popoli che lasciano le terre povere per avere vita migliore nelle terre ricche dei Paesi occidentali. La politica ha paura, e non vede il problema, e risponde alzando muri. Quando è caduto il muro di Berlino nel 1989 i muri nel mondo erano 15, oggi sono 70 e i popoli non fermano il loro cammino. La lotta del Sud, del latte bianco, del pomodoro rosso e dell’arancio giallo cambierà la politica e affermerà una democrazia aperta e più attenta alla mediazione di interessi contrapposti, solo per questo dobbiamo sostenere la lotta dei pastori sardi perché i vantaggi saranno per l’intero Sud e più ancora per il Sud del Mediterraneo.
Luigi Mangia
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