di Marcello Buttazzo

Nella vita ordinaria può succedere davvero di tutto, anche che Beppe Grillo scambi la più prestigiosa palestra per eccellenze delle istituzioni inglesi per un tragicomico e scalcinato teatro di periferia. In questi giorni, il “comico governativo” è stato ospite della Oxford Union, storica società di dibattiti legata all’ateneo britannico. Al cospetto dei più brillanti studenti del pianeta, il Grillo sparlante ha pensato bene di fare un “trionfale” ingresso da teatrante bendato. I giovani di Oxford gli hanno posto domande razionali, serrate e sensate, sulla Brexit, sulle responsabilità di governo dei pentastellati, sui vaccini, sulla democrazia interna ai Cinque Stelle, sul “profumo” di fascismo che si respira per l’Europa, lui non ha risposto a quasi nulla, ha continuato, rigorosamente in italiano, imperterrito, nel suo stantio monologo, già sentito e risentito altre volte. L’ “Elevato”, ahimè, era stato presentato come “uno dei politici più rappresentativi d’Europa”. Se i ragazzi e le ragazze inglesi, attoniti e scandalizzati, gli hanno gridato di tutto (cori di “buuu!”, “buffone”, “patetico”) qualche motivo ci sarà. 

Marcello Buttazzo