di Marcello Buttazzo –

La passionaria Giorgia Meloni, teorica e apologeta dell’assunto autarchico e antistorico “prima gli interessi degli italiani”, ha voluto a tutti i costi candidare alle prossime elezioni europee nelle fila di Fratelli d’Italia nientemeno che Caio Giulio Cesare Mussolini. Il bisnipote del Duce, sommergibilista e poi manager internazionale, ci tiene a far sapere che ha le carte perfettamente in regola: due lauree e inoltre parla tre lingue. La sua discesa in campo, con quel cognome reboante, ha scatenato le vibranti e feroci polemiche della sinistra italiana, che rimprovera all’audace Caio la storia familiare. Certo, sul famigerato Benito si sono espressi ampiamente e continuamente s’esprimono gli storici. A parte la storia familiare, ciò che indigna attualmente sono alcune dichiarazioni di Caio Mussolini, che afferma: “Nell’Agro pontino rimpiangono il nonno”. Parimenti, fanno discutere altri fastidiosi pensieri del 50enne Mussolini, che sentenzia con superficialità: “Le leggi razziali furono il primo vero momento di disamore del popolo italiano verso il fascismo”. E il delitto Matteotti? Il clima di paura, che agitava tanti cittadini? E le purghe, l’olio di ricino? E le persecuzioni, il carcere e le terre di confino per gli intellettuali oppositori? Ma va bene così. Forse, come l’ardito Caio Giulio Cesare Mussolini, la pensa anche la patriota Giorgia Meloni.

Marcello Buttazzo