di Marcello Buttazzo –

La visione trasognata e l’arida prosa. Mercoledì 8 aprile, a sera, s’è potuta ammirare la Superluna più spettacolare del 2020: una Luna piena, che sovrastava la Terra a primavera. Uno scorcio immaginifico e poetico. Ma c’è anche chi ha una concezione per così dire più pragmatica, di certo più volgare. Il presidente americano Donald Trump ha intenzione di far scavare la Luna per sfruttarla, per ricavare i minerali, di cui la sua tracotanza ha sete. L’uomo di denari vuole avviare la cosmo-colonizzazione, nella falsa convinzione che il nostro pallido satellite non sia un “bene comune”, ma una proprietà di chi con la forza e con la prepotenza se la prende. Per Giacomo Leopardi, la Luna rappresenta l’alterità, ciò che è diverso dall’uomo. Forse anche un’alterità speciale, quella del femminile rispetto al maschile. Per lo stramilardario Trump, evidentemente, la Luna è solo un pozzo senza fondo da “ottimizzare” per i suoi biechi intendimenti. Lui, il “colto” Donald, sostiene per la diffusa ilarità di grandi e piccini: “La Luna è parte di Marte”. 
Marcello Buttazzo