Social Media: il troppo stroppia e l’ossessione di Salvini per i migranti
di Marcello Buttazzo –
La rivoluzione liberale di Internet può essere maneggiata in vari modi. Internet è, senz’altro, un medium prezioso ed interessantissimo, mediante il quale possiamo fare ricerche, cercare documenti, fare studi, approfondire. E anche l’avvento dei social è, di certo, molto positivo. Non si può demonizzare una macchinetta tecnologica, che ci consente di rimanere in contatto con i nostri amici, con le nostre amiche, che ci fa condividere momenti, istanti, vissuti. Ovviamente, vale una regola aurea, che poi è un principio ecologico essenziale: “Il troppo di una cosa buona può essere più nocivo del troppo poco”. Frequentare la piazza virtuale può avere la sua funzione anche maieutica e conoscitiva. Ma poi una certa consapevolezza ci deve far comprendere quando è il caso di disconnettersi dalla Rete, per connettersi più emotivamente e più massicciamente con il proprio sé e con l’altro da sé. La piazza reale, purtroppo, è ormai spopolata, è negletta. Ed è un vero peccato. Essa, ovviamente, è molto più umana e più coinvolgente della piazza virtuale. Anche i politici fanno uso a volte smodato dei social, essenzialmente per fini strumentali. Il vicepremier e ministro Matteo Salvini, sotto processo per la vicenda Open Arms, impiega ultimamente i social con un fare esclusivamente monotematico. La sua ossessione (o meglio, la sua risorsa propagandistica) sono i migranti. Domenica 27 settembre sui social il ministro dei Trasporti ha postato la vicenda della ragazzina di 14 anni violentata a Bolzano da un quarantenne pachistano. Giorni fa, il leader leghista ha incentrato la sua attenzione via social su un 30enne marocchino che ha stuprato una 15enne in Valle d’Aosta. Lui, il leghista, paladino della sacralità dei confini italici, l’unico a “saper bloccare” l’immigrazione clandestina, se non ci fossero i migranti verosimilmente sarebbe un disoccupato politico. E dovrebbe, per la prima volta, andare alla ricerca d’un lavoro vero da fare.
Marcello Buttazzo
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