Sei clochard vittime del freddo, uno a Lecce
di Marcello Buttazzo –
Negli ultimi giorni, in Italia, sono morti per il freddo 6 clochard. L’ultimo caso drammatico a Lecce. Un senza tetto 36enne di origine marocchina aveva trasformato una pensilina nel suo rifugio, nei pressi dell’Ex City Terminal della città salentina. Lunedì mattina 30 gennaio un passante l’ha notato senza vita, deceduto per il freddo e per una emorragia. Le stazioni e i marciapiedi periferici delle nostre ricche contrade sono popolate di donne e di uomini senza voce, in seria difficoltà. Invisibili, senza alcun bene materiale, ma con una grande umanità, spiritualità, dignità. Ogni anno, con il drastico calo delle temperature, la triste e dolente storia si ripete e il rosario di povericristi morti s’allunga. Quando una persona muore, una stella piange nel cielo. Non sappiamo davvero cosa dire. Sentiamo solo di condividere e di custodire l’analisi dell’arcivescovo di Lecce Michele Seccia: “Non è commiserazione la mia, ma è denuncia di una sconfortante impotenza, è tristezza, è drammatica incapacità di forze e di risorse, è l’angosciosa constatazione che il bene, forse, non sarà mai sufficiente”. Sono le considerazioni afflitte d’un uomo che con la Chiesa leccese, da vari anni, è impegnato in prima linea nella lotta contro le povertà. In quest’era reboante di fragori, di macchine iperveloci e di vestiti luccicanti, nel silenzio (molto più contegnoso il silenzio degli inutili rumori), la Caritas diocesana con L’Emporio e gli atri servizi, con le mense parrocchiali, con la Casa della Carità con i pasti caldi, accoglie tante persone bisognose e offre anche alloggi. Le istituzioni e i cittadini devono, forse, vedere sempre con occhi chiari chi vive ai margini, per dare l’abbraccio più lungo del mondo, comprensione, pane da mangiare, un rifugio sicuro. Ci convincono ampiamente le parole di monsignor Seccia: “Il mio appello è contro l’indifferenza e contro quelle intollerabili forme di discriminazione che purtroppo strisciano sottotraccia in alcune fasce della nostra città e per le quali i poveri sono un fastidio, sono soggetti da scartare, e non invece persone da accogliere e da amare”.
Marcello Buttazzo
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.