di Marcello Buttazzo – Il pianeta è agonizzante, da tanti punti di vista. Alcuni indici relativi alle istanze economiche sono veramente avvilenti. Sistematicamente, i dati del rapporto Oxfam sulle diseguaglianze del pianeta lasciano interdetti. Nel mondo crescono vertiginosamente le disparità economiche, inedite sacche di povertà marginalizzano i più disagiati del mondo, la globalizzazione sventaglia le sue voraci fauci, mostra il suo volto sfatto, il suo fiato mefitico, la mostruosa bocca famelica. Nel nostro “raffinato” pianeta Terra, è stato stimato che otto super- miliardari possiedono da soli la ricchezza netta di metà della popolazione più povera del mondo (cioè 3,6 miliardi di persone). È chiaramente uno schiaffo in faccia alla logica, è una palese vergogna, uno scollamento del più vivido senso antropologico, uno sfaldamento del sistema economico, che ormai non può più girare in tale modo. Che ha il fiato corto. Un volgare meccanismo di economia ipercapitalistica, che rende i pochi spiriti eletti sempre più potenti, sempre più ricchi, e i poveri sempre più diseredati, più negletti, deve essere mitigato, modulato. Deve essere ripensato. Preminentemente, i governi del mondo dovrebbero adottare misure efficaci di intervento per smussare le sperequazioni economiche e sociali, le iniquità. Purtroppo, a varie latitudini, tanti Stati nazionali, che nelle loro piattaforme e agende politiche tentano di tutelare in specie le banche e la grande finanza, hanno la forza pratica e vitale e la valenza etica per approntare gli adeguati ed opportuni aggiustamenti? In questa Terra sconfitta, è necessario più che mai riformulare l’attuale sistema economico. I potenti dovrebbero invertire la tendenza e comprendere finalmente la necessità di addivenire ad un futuro equo per tutti, studiando i più mirati sistemi per combattere l’ingiustizia e le diseguaglianze estreme. Anche la cittadinanza chiede ai governi nazionali di dare vita a politiche sostenibili, rivolte ad un diverso modello di “economia umana”. Non è ammissibile che un numero esiguo di persone possieda buona parte delle ricchezze. È uno scacco alla democrazia e alla civiltà. I politici italiani ed europei e mondiali, sovente, tacciono al cospetto d’un tale disastro antropologico. Epperò, si leva forte e solenne la voce della Chiesa cattolica, che invita a cambiare mentalità. La situazione, ovviamente, è chiarissima. E deve trovare piena cittadinanza il monito di tanti cattolici, che ci esortano a interrogarci sulle categorie culturali che, come Occidente, stiamo diffondendo nel mondo. E che, a volte, vorremmo imporre. Di certo, se il risultato misero è quello visibile, queste categorie dobbiamo rivederle.

Marcello Buttazzo