Perchè chiudere le edicole la domenica?
di Marcello Buttazzo –
Ho letto stamattina, su “La Gazzetta del Mezzogiorno”, l’accorato articolo del direttore Giuseppe De Tomaso. In Puglia, in questo tempo di emergenza sanitaria, molti sindaci di diverse città e paesi stanno imponendo la chiusura delle edicole nei giorni festivi. Giustamente, il direttore De Tomaso fa notare come questi “solerti” rappresentanti del popolo siano fuori legge, perché non rispettano, per l’innanzi, i provvedimenti nazionali. A rigor di logica, poi, non si comprendono le motivazioni che dovrebbero indurre ad abbassare le saracinesche delle edicole solo di domenica. Come se il subdolo e minaccioso agente infettivo fosse pericoloso e invasivo solo nei giorni di festa. Alcuni sindaci dovrebbero avere maggiore rispetto dei decreti legge emanati, che sono chiari. La stampa già è stata costretta, in questa anni, a subire tagli consistenti dai vari governi di centrodestra e di centrosinistra. La mia famiglia, fin dal dopoguerra, ha avuto, fino a pochi anni fa, una edicola nel mio paese, Lequile. Conosco i sacrifici d’un mestiere faticoso, con guadagni modesti, che esige abnegazione e volontà di ferro. Ora, qualcuno non può pretendere surrettiziamente che gli edicolanti chiudano proprio la domenica. Che, tra l’altro, è il giorno in cui solitamente si guadagna qualcosina in più. Non possiamo demandare l’informazione ai social e alla Rete, che talvolta è il ricettacolo terminale di notizie false, grossolane e inconsistenti. La libertà di stampa non può essere trattata ad una stregua ancillare, non può essere minacciata da improvvisazioni arbitrarie. “La verità è che l’ignoranza piace assai, mentre la libertà (compresa quella di informarsi) piace poco, perché richiede responsabilità (faticosa), senso (fastidioso) di responsabilità”, scrive De Tomaso. Eppure, la responsabilità e la consapevolezza sono prerogative supreme, che ci rendono liberi e degni di decoro.
Marcello Buttazzo
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